Il Putin di Oliver Stone piace, nonostante la Annunziata

di Gennaro Pesante, in Blog, Editoria, Interviste, Media, New media, Serie tv, Televisione, del 6 Ott 2017, 16:58

Una serata strana per i programmi di informazione sulle reti generaliste. Il duello a distanza tra due talk show, di per sé assai diversi, ovvero “Nemo” su Raidue e “Piazza Pulita” su La7 li ha visti entrambi perdenti. 759mila telespettatori e 3,5% di share per il primo, 740mila e 4,1% per il secondo sono un flop parallelo. Per giunta in prima serata. Invece, nello stesso momento su Rai3, ha superato di poco il milione di telespettatori (1.076mila per il 4,6% di share) “The Putin Interviews” di Oliver Stone.

Qualcuno potrebbe dire: cosa c’entra Oliver Stone con i talk italioti? Assolutamente niente, se non che la rete ha voluto “sporcare” la messa in onda del documentario/intervista al leader russo con una introduzione di Lucia Annunziata. Qualcuno deve aver pensato che i telespettatori italiani non fossero in grado di poter seguire e capire autonomamente il docu-film su Putin senza che qualcuno glielo spiegasse prima. Scelta assai opinabile, ma ricca di precedenti. Anche a Enrico Mentana piace “spiegare” i film al pubblico prima che vadano in onda o anche, o peggio, fare il dibattito a margine. Scelte opinabili, appunto. A qualcuno potrà anche piacere.

Ciò che difficilmente sarà piaciuto non è stata tanto la presentazione della Annunziata, quanto il fatto che a un certo punto rivela anche il finale del documentario, ovvero l’ultima domanda di Stone e la risposta del protagonista. Ora, immaginate se ci fosse qualcuno che prima di ogni film viene lì davanti al vostro televisore per rivelarvi il finale! Ebbene, quello di Oliver Stone è un film a tutti gli effetti! Nessuno voleva sapere in anticipo le domande del regista americano, tantomeno conoscere le risposte di Putin! Insomma perché condire un prodotto televisivo di alto livello con qualcuno che anziché limitarsi a introdurre si mette ad anticiparne il contenuto?!

Ed ecco perché quella di ieri è stata una strana serata per l’informazione sulle reti generaliste della tv italiana. Da un lato l’accanimento del talk show dagli ascolti sempre più bassi, dall’altro un prodotto di alto profilo inutilmente incorniciato all’italiana. Il pubblico ha preferito comunque Oliver Stone, sia a Lucci che a Formigli, ma ciò non dovrebbe sorprendere, anzi, è una buona notizia: vuol dire che il pubblico ha delle preferenze verso prodotti di un certo tipo, che sono normalmente assenti dai nostri palinsesti. Insomma, “Qualità o morte!” citando un epico episodio della serie tv “Boris”.

Fuori contesto: sta andando maluccio “Camera Cafè” su Raidue nella favolosa fascia dell’access prime time. Gli ascolti sono bassi e, a dirla tutta, non si ride granché. Le puntate di maggiore ascolto, e più divertenti, sono state probabilmente quelle con Roby Facchinetti e Riccardo Fogli. Il che (lo dico da fan dei Pooh) è tutto dire.

Gennaro Pesante

Gennaro Pesante, nato a Manfredonia nel 1974. Giornalista professionista, vive a Roma dove lavora come responsabile dei canali satellitare e youtube, e come addetto stampa, presso la Camera dei deputati.