Quando comprare libri per ragazzi salva l’editoria…

Continuano a dirci che l’editoria sia in crisi e che la lettura sia un hobby in declino, il disfattismo regna sovrano, eppure i numeri dicono tutt’altro: secondo l’AAP (Association of American Publishers) il 2014 è stato un anno positivo per il mondo dei libri americano, le vendite sono aumentate del 5%. In particolare, mentre gli adulti hanno comprato meno rispetto al 2013, le vendite di libri per bambini e giovani adulti sono aumentate del 22,4%. I numeri sembrano dunque suggerire che sono proprio bambini e giovani adulti a tenere in piedi l’editoria americana.

Dai dati si ricavano anche le preferenze riguardanti il formato dei libri: cala la copertina rigida, forse troppo scomoda e ingombrante, mentre aumentano le vendite di ebook (del 5,6%) e paperbacks (del 4,9%), più pratici e leggeri da trasportare per una società sempre in movimento. L’ebook in particolare, ha registrato un aumento delle vendite del 53%.

Ad ogni modo, la floridità del mercato non ha impedito lo scoppio di battaglie dei prezzi tra il colosso dell’e-commerce Amazon e i cosiddetti Big 5 (ovvero le cinque più importanti case editrici degli Stati Uniti: Penguin Random House, Macmillan, HarperCollins, Hachette e Simon&Schuster). Jeff Bezos, CEO di Amazon, sostiene che i libri siano troppo costosi e, nonostante l’accordo recente con Hachette, è determinato a continuare la sua lotta per abbassare i prezzi. «Se realizzi che devi competere con Candy Crush, Facebook e tutto il resto», sostiene Bezos, diventa indispensabile ridurre il prezzo di copertina per far sì che la lettura non venga surclassata da altri – anche meno nobili – passatempi.

C’è chi sostiene che, nel 2015, il dibattito si sposterà dal prezzo al marketing. I giovani lettori, infatti, preferiscono i bookstore online per cercare e acquistare libri e i grandi editori si stanno attrezzando di conseguenza. Simon & Schuster ha aumentato il coop funding verso Amazon, ovvero i soldi che garantiscono il top placement sul sito. Hachette ha recentemente annunciato che venderà i libri direttamente suTwitter, la piattaforma preferita dai giovani. Insomma, la rivoluzione digitale continua e porta sfide sempre nuove.

E per quanto riguarda l’Italia? La situazione purtroppo non può dirsi altrettanto positiva. Si è ridotto il bacino dei lettori del 6%, sono diminuiti i titoli pubblicati (del 4,1%) e le copie vendute (del 2,3%). Tuttavia ci sono anche segnali positivi, poiché le vendite di titoli italiani all’estero sono aumentate del 7,3%. Per gli editori italiani le sfide da affrontare sono tante, prima di tutto il mercato ancora in calo, in secondo luogo le rivalità con l’estero e infine lo sviluppo mal gestito del mondo digitale – pensiamo alla disparità dell’IVA, che sui libri digitali è del 22% mentre su quelli di carta del 4%. Ma i dati dell’AAP insegnano che l’editoria non sta morendo, che una crescita è possibile, bisogna solo trovare la strategia giusta per stimolare i lettori e incentivarli a comprare. Riusciremo nel 2015 ad affiancarci al mercato americano e a tornare a crescere?

Redazione

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