Picasso in mostra a Roma: un giocoliere tra Cubismo e Classicismo

di CulturaMente, in Arte, del 27 Set 2017, 10:19

Si è aperta alle Scuderie del Quirinale a Roma la mostra “Picasso. Tra Cubismo e Classicismo: 1915-1925” nel centenario del primo viaggio in Italia.

Questa volta non si può proprio perdere Picasso in mostra a Roma fino al 21 gennaio 2018 alle Scuderie del Quirinale. Non fosse altro perché in questa mostra si celebra l‘incontro tra il genio di Pablo Picasso e la cultura italiana. Questa influenza si può ammirare in cento capolavori tra tele, gouaches, disegni, fotografie, lettere autografe e documenti, provenienti da 38 prestatori di tutti il mondo.

Esattamente cento anni fa, infatti, nel pieno della prima guerra mondiale, Picasso trascorse circa due mesi a Napoli e Roma, dove dipingeva in un atelier di via Margutta.

Un viaggio che segnò la vita privata e artistica del genio spagnolo. L’occasione era la preparazione dei costumi e delle scene per “Parade”, un balletto di Jean Cocteau, che dovevano mettere in scena i Ballets Russes di Sergej Diaghilev.

Ma, visitando “Picasso. Tra Cubismo e classicismo: 1915-1925” si realizza anche pienamente quanto Pablo Picasso fosse eclettico. “Un giocoliere che attraversa la storia dell’arte”, lo ha definito il curatore della mostra. Era un tale genio, con una tale padronanza della tecnica, che poteva permettersi di inventare il Cubismo, per poi passare all’Astrattismo e, ancora, reinventare lo stile classico, proprio come un giocoliere che fa volteggiare arance o birilli. Un esperimento continuo tra gli stili che si ammira già nelle prime sale delle Scuderie del Quirinale.

Uomini, Arlecchini, Pierrot e donne italiane sembrano i protagonisti della mostra, finché non arriva l’immagine di Olga.

L’esposizione si apre con il sorprendente “Homme à la pipe”, in cui il colore ad olio si mescola al tessuto stampato e incollato sulla tela, quasi un collage che, a guardarlo, ti fa pensare ad un autoritratto dell’artista. Poi restiamo nel Cubismo, ma appaiono per la prima volta i puntini, con “Homme à la cheminée”. Seguono vari quadri a tema Arlecchino – metafora dell’artista, una maschera che fa ridere e commuovere – o Pierrot, nelle cui vesti Picasso ritrae le persone a lui vicine. Gioca sempre con gli stili e assembla, a volte, anche tecniche e materiali. Di grande impatto è la visione dei bellissimi “L’italiana” e “Arlecchino e donna con collana”.

Questi sono i protagonisti delle prime sale delle Scuderie del Quirinale, finché non appare l’immagine di Olga Chochlova, la ballerina russa che Picasso conobbe proprio durante il suo soggiorno romano. Con la sua preponderante presenza, ci ricorda come nella vita di un essere umano, ma a maggior ragione di un artista, il rapporto d’amore con il diverso da sé cambia la prospettiva e le fonti di ispirazioni.

Portrait d’Olga dans un fauteuil-Ritratto di Olga in poltrona, olio su tela, Pablo Picasso (detto), Pablo Ruiz Picasso (1881-1973), Musée national Picasso, Parigi

Appare Olga nella vita di Picasso e compaiono nelle sue opere non solo il suo volto e il suo corpo, ma anche il suo lavoro, la danza, con i suoi movimenti leggeri.

L’incontro si rivela fondamentale, vista la fascinazione di Picasso per il balletto e il movimento. Proprio il quadro “La danse” del 1925 in mostra alle Scuderie descrive la danza di tre figure tipicamente picassiane e diventa “la metafora dell’impulso creativo, che racchiude in sé disintegrazione e rinascita”.

Ma sembrano due ballerine anche le “Due donne che corrono sulla spiaggia (La corsa)”, il quadro usato per il manifesto della mostra. L’opera ci ammalia per la vividezza dei colori e la leggerezza giocosa che comunica: lo sguardo rivolto al cielo di una delle ragazze che corre; le vesti che sembrano spostate dalla brezza marina; i corpi rotondi, che potrebbero comunicare pesantezza, invece appaiono leggiadri.

Soprattutto la seconda parte della mostra è dedicata al soggiorno italiano e alle opere preparatorie di “Parade”.

Nella seconda parte della mostra “Picasso. Tra Cubismo e classicismo: 1915-1925” troverete quadri, disegni, schizzi, ma anche lettere, cartoline e documenti. Sono una parte affascinante della mostra perché evocano le vestigia antiche, le atmosfere popolari, le modelle, la commedia, la danza. E ancora Olga.

Nel decennio 1915-1925 Picasso fa entrare nella sua arte la lezione straordinaria che gli viene dall’antico, ma anche l’arte popolare. E’ molto importante per lui in Italia anche la commistione tra l’alto e il basso. A Napoli si lascia ispirare dalla commedia dell’arte, dal presepe, dalle molte cartoline che raccoglie e che si trovano in questa mostra. I disegni che rappresentano i contadini ciociari si ispirano ad alcune cartoline che Picasso raccoglieva in Italia.

Sipario per il balletto “Parade”, 1917

I temi di Arlecchino o Pulcinella, in parte già presenti nel periodo rosa, ritornano venati di calma, armonia e solennità che vengono dall’antichità. Saranno temi molto utili per Picasso e lo ispireranno moltissimo per il lavoro sul balletto “Parade”.

L’opera di Cocteau è talmente centrale nella mostra che si è voluto allargare l’allestimento comprendendo anche un’omonima tela immensa dipinta dall’artista spagnolo come sipario per il balletto. Prestata dal Centre George Pompidou di Parigi, non è visitabile alle Scuderie del Quirinale, bensì a Palazzo Barberini.

Per l’ennesima volta, Picasso in mostra a Roma vi sorprenderà, tra l’aulico e il popolare. Vi scoprirete a sorridere un po’, anche guardando i documenti scritti e fotografici. Vi divertirete a scoprire che Picasso scriveva a Jean Cocteau o ad altri lettere e biglietti, disegnandovi intorno delle cornicette . Qualcosa che abbiamo fatto forse un po’ tutti, sebbene con effetti molto meno artistici.

Sarà, comunque, bellissimo lasciarvi andare al geniale eclettismo di Pablo Picasso, che trovò in Italia un nuovo amore e antiche fonti di ispirazione.

Stefania Fiducia

CulturaMente

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