Mark Forsyth – L’Ignoto Ignoto: come recarsi in libreria facendo scegliere al Caso

Capita poche volte, nella vita di un lettore, di trovarsi al cospetto di un libro così piccino, che rischia di passare inosservato, impilato tra tanti suoi simili sullo scaffale di una libreria qualunque o nei pressi della cassa, poco prima dell’uscita. Al contempo, poche volte capita di imbattersi in un concentrato così lucido, sincero e – perché no – spassoso, tramite cui il lettore con un sorriso può ritrovarsi e riconoscersi nelle abitudini e nei gusti che vi sono argutamente descritti.

È il caso del saggio di Mark Forsyth, insigne linguista e fine scrittore inglese contemporaneo, che ha pensato di riflettere su una inclinazione tanto originale quanto umana: ci si reca in libreria alla precisa ricerca di un volume, non lo si trova, ma anziché piegarsi al più sterile disappunto, ci si rende strumenti del Caso, che guida il nostro sguardo fino a posarsi su un altro libro, completamente diverso da quello che ci aveva mossi all’inizio, ma ben più interessante e, soprattutto, a noi fino a quel momento totalmente ignoto.

Ci sono tre tipi di libri: quelli che hai letto, quelli che sai di non aver letto e gli altri, i libri che non sai di non conoscere” riporta l’autore citando il suo beniamino, il politico Donald Rumsfeld. Una frase solo all’apparenza contorta e che viene così spiegata: esistono le cose che sappiamo, le cose che non sappiamo (ma che possiamo facilmente arrivare a conoscere, tramite l’utilizzo di internet ad esempio) e le cose che non sappiamo di non sapere, ovvero tutte quelle nozioni che non fanno parte del nostro bagaglio culturale semplicemente perché non ne sospettiamo l’esistenza. Così vale anche per i libri: ci sono quelli che abbiamo letto, quelli che non abbiamo letto ma che ci occhieggiano dagli scaffali da tempo senza però mai invogliarci, e infine quelli che non sappiamo siano stati scritti, di cui non conosciamo autore, data di pubblicazione o trama, e che popolano le librerie senza però mai incontrare il nostro sguardo.

E qui entra in gioco il Caso: una sorta di misterioso agente segreto che per conto del Fato ci fa incontrare in libreria un volume anziché un altro, e questo accade proprio nel momento in cui abbassiamo la guardia della nostra attenzione, nello smorzare la forza che ci muove nel soddisfare i nostri desideri. Non trovare ciò che si stava cercando può avere un inatteso risvolto romantico: si può provare a lasciarsi andare all’Ignoto, o meglio, all’Ignoto ignoto di cui al momento non conosciamo nulla, nemmeno la sua effettiva esistenza.

Forsyth girovaga con noi nei pressi di un delizioso luogo mistico, la Buona Libreria: piccola, selettiva, con libri sconosciuti ai più, per permetter al lettore di concedersi una esperienza dei sensi ormai desueta: poter liberamente giudicare i libri dalla loro copertina, o dal loro titolo, o dalle sensazioni che ci evoca al tatto la sua rilegatura, o da una frase letta distrattamente sfogliandolo piano (l’arte della cosiddetta bibliomanzia) fino a cambiare – nella migliore delle ipotesi – la sua vita. Abbandonarci, questo ci augura l’autore, a qualcosa che non avevamo minimamente previsto e trovare in esso un senso, al pari del viaggiatore che si lascia incantare dalla bellezza del paesaggio scoperto sterzando in una stradina secondaria, lontana dalla via maestra che lo avrebbe portato a sicura destinazione.

Un imperdibile piccolo trattato sulla potenza della lettura, e sulla magia che è ancora in grado di sprigionare nel cuore di chi non ha perso la voglia di meravigliarsi con la allegra genuinità di un bambino.

Giulia Nicoli

Redazione

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