Ma quale The Young Pope, alla Mostra di Venezia fa notizia solo il red carpet

di Luigi Caiafa, in Cinema, del 5 Set 2016, 12:46

Dopo cinque giorni di red carpet e presentazioni, la domanda sorge spontanea: ma stiamo parlando di Miss Italia 2016 o della 73esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia? Eh no, perché, tra episodi imbarazzanti, come il ritardo di Belen Rodriguez che costa alla showgirl l’esclusione dalla passerella, e il superbo ed esagerato esibizionismo di Giulia Salemi e Dayane Mello, praticamente senza intimo e con addosso appena un filo di tessuto, ai media nostrani sembra non interessare il contenuto della manifestazione, che si riduce al solito chiacchiericcio da quattro soldi: la barba di Fassbender, i baffi di James Franco, l’assenza di Valeria Marini…

Mentre all’estero parlano di un festival di valore e ricco di lungometraggi d’autore interessanti – “Venezia conta più degli Oscar” (cit.) –, in Italia si tende quasi sempre a considerare la Biennale come una succursale di “Ballando con le stelle”. E pensare che nei giorni scorsi registi di fama mondiale come Paolo Sorrentino e Mel Gibson, per non parlare dei film in gara, italiani e non, sono passati quasi in sordina. Provate anche voi a scrivere su Google “The young pope” – la miniserie del duo Paolo Sorrentino-Jude Law presentata due giorni fa – e balzerà subito davanti ai vostri occhi l’“elegante” look delle due giovani showgirl. E “nulla più”, come direbbe il buon Edgar Allan Poe.

Nonostante tutto, mentre gli italiani in concorso arrancano, il Papa di Paolo Sorrentino conquista la Mostra.

“The young pope non è una sterile provocazione né una forma di pregiudizio o intolleranza nei confronti della Chiesa, ma il tentativo onesto e curioso di indagare, per quanto possibile con un film di quasi dieci ore, le contraddizioni, le difficoltà e il fascino del clero: cardinali, sacerdoti, suore e un prete diverso da tutti gli altri che è il Papa”, ha dichiarato il regista italiano in conferenza stampa.

E sui social i critici promuovono a pieni voti la serie HBO, composta di dieci episodi, che andrà in onda su Sky a partire dal 21 ottobre, e tra gli addetti ai lavori, soprattutto americani, si parla già di un “House of Cards” alla George R.R. Martin in Vaticano, spiazzando tutti, compreso il pubblico. Si parla di un Jude Law perfetto, calmo e spietato, calcolatore e a tratti fragile; di una Diane Keaton clamorosa, nei panni di suor Mary, braccio destro del Papa; e di un Silvio Orlando straordinario nella parte dell’antagonista. Se a questo si aggiunge un mix di elementi simili ad altre serie di successo, dai “Borgia” a “Il Trono di Spade”, il risultato non può che essere eccezionale. Insomma, ci sarà da divertirsi. Ma vi scongiuro, evitiamo il solito gossip, parliamo di cinema!

Luigi Caiafa

Luigi Caiafa nasce in Puglia nel 1985. Dopo aver conseguito la laurea magistrale in Archeologia e Storia dell’arte antica presso la Sapienza, Università di Roma, inizia un percorso di formazione in ambito editoriale. Da gennaio 2016 collabora con la casa editrice Historica e la rivista online Cultora.