L’eleganza di Lodovica San Guedoro conquista (di nuovo) la giuria dello Strega

di Valentina Pudano, in Recensioni, del 14 Apr 2017, 09:15

Pastor che a notte ombrosa nel bosco si perdé… di Lodovica San Guedoro (in foto) è stato candidato ufficialmente allo Strega, presentato da Dacia Maraini e Maria Rosa Cutrufelli. Il libro, disponibile da marzo, è edito da Felix Krull Editore, che con questo titolo ha partecipato anche al Premio Viareggio di quest’anno. La scrittrice non è nuova a candidature prestigiose: l’anno scorso ha partecipato ai medesimi premi con il romanzo-commedia L’allegro manicomio. La Felix Krull è una piccolissima casa editrice italo-tedesca che nasce nel 2006 a Monaco e conta soltanto un altro autore, lo scrittore tedesco Johann Lerchenwald, oltre all’italiana San Guedoro.

Una casa editrice piccola ma soprattutto coraggiosa che, in un’epoca in cui purtroppo abbondano i prodotti editoriali pre-confezionati più che i libri, punta sull’originalità delle opere, e resiste. Lodovica San Guedoro esprime al meglio i valori di Felix Krull Editore: è una figura affascinante che ha dentro il sud e il nord dell’Europa, tra le origini sicule e la scelta di vivere a Monaco di Baviera, ormai da molto e forse senza ritorno. Una vita che è fortemente presente nelle sue creazioni, seppure trasfigurata poeticamente. In effetti, l’elemento poetico e il gusto estetico contraddistinguono la prosa di San Guedoro, che compone il testo come musica per il lettore e crea personaggi densi, di cui dipinge la psiche e la indaga, rappresentando una natura umana che le appare come “un unico, eterno diamante” da cercare “al di sotto dei depositi accidentali”.

Pastor che a notte ombrosa nel bosco si perdé… narra un amore fuori dalle convenzioni tra due personalità per nulla affini: un giovane conducente della metropolitana e una scrittrice non più giovane, entrambi sposati. Lei atea, lui maomettano, lei un’intellettuale indipendente e lui, fuggito dalla Bosnia e dalla guerra, che accetta con difficoltà la modernità. Nonostante la vicinanza dei loro spiriti e l’attrazione portata dalla diversità, la loro unione si tramuta in una vicenda ricca di intricate peripezie, ambiguità, felicità, dolore. L’atmosfera del libro – come Dacia Maraini ha affermato nella sua presentazione – “pesca in un clima di arcaica suggestione, come un lieve volo di farfalle che, in un mondo di coltelli e pistole, fa l’effetto delle foglie che si porta via il vento”.

Il romanzo è caratterizzato da una scrittura sensibile ed elegante, lieve e delicata. Nello stile dimostra, come in altri scritti di San Guedoro, un equilibrio armonico tra forma e contenuto, mentre, dall’altro lato, il dilemma tra l’elevazione e la passionalità della storia non si risolve, lasciando un sapore amaro nei protagonisti e forse anche nel lettore.