La cultura underground nelle Bibliometro di Madrid

La ditribuzione gratuita di libri passa attraverso vari canali, più o meno pittoreschi.
Se nelle zone remote della Colombia i biblioburros, in groppa ai loro asini, raggiungono efficacemente la popolazione bisognosa e desiderosa di sfogliare un libro, in una città metropolitana questa soluzione avrebbe vita breve. A noi gente di città piace l’immediatezza, la comodità e l’efficienza che un asino portatore di libri – seppur affascinante – non sarebbe in grado di darci. Per noi esistono altre vie. Sorvoliamo sui sistemi tradizionali quali librerie, biblioteche pubbliche, ecc… Noi vogliamo l’inusuale. Possiamo comprendere il successo dei bibliobus, che hanno preso piede anche in Italia, o delle Little Free Library, simpatiche casettine per uccelli adibite a mini biblioteche, da noi ancora poco usuali.

Ma il cittadino sa che è in metropolitana che si svolge buona parte della vita quotidiana. Se Milano ha risposto al tran tran underground con le macchinette dei libri (sì, come quelle delle bibite solo con i libri), Madrid ci scavalca con le Bibliometro: vere e proprie biblioteche, localizzate in dodici stazioni della metropolitana, con tanto di tessera per il prestito. Chiunque abbia la tessera delle biblioteche pubbliche di Madrid o della Bibliometro, infatti, può richiedere un libro, tenerselo per 15 giorni e restituirlo in una delle biblioteche metropolitane della città.

Oltre 3000 volumi e 800 titoli sono a disposizione dei madrileni per rendere il viaggio andata/ritorno dal lavoro più piacevole e interessante, perché quando si è immersi nella folla di pendolari a volte la cosa migliore è abbandonarsi in qualche pagina…

Federica Colantoni

Federica Colantoni nasce a Milano nel 1989. Laureata in Sociologia all’Università Cattolica nel 2013, pochi mesi dopo inizia il percorso di formazione in ambito editoriale frequentando due corsi di editing. Da dicembre 2014 collabora con la rivista online Cultora della quale diventa caporedattrice. Parallelamente pubblica un articolo per il quotidiano online 2duerighe e due recensioni per la rivista bimestrale di cultura e costume La stanza di Virginia.