Gli “stupidi e cattivi” di Charlie Hebdo erano troppo per questo mondo

Impossibile parlare a mente fredda di ciò che è successo ieri al numero 10 di rue Nicolas Appert, a Parigi. Ancora troppo bruciante, troppo sconvolgente, troppo doloroso il tutto per essere esaminato con la giusta obiettività.

Di certo però l’attentato alla sede del settimanale Charlie Hebdo non è un nuovo 11 settembre. Manca l’improvviso, l’inaspettato, l’indifeso. La storia, anche recente, della rivista satirica parla infatti di minacce, accuse, intimazioni perpetrate ai danni del direttore (tra le vittime) Stephan Charbonnier e della redazione al completo, scorte mancate e presidi di auto della polizia. Si tratta(va) di un team di redattori reo di attuale un tipo di giornalismo blasfemo, scomodo e cattivo, per stessa ammissione dei protagonisti che si definirono “stupidi e cattivi”.

Le manifestazioni a difesa della libertà di espressione che sono immediatamente state organizzate in tutto il mondo libero nella giornata di ieri rischiano infatti di differire dal vero punto della questione: la stupidità.

Pubblicare vignette irriverenti, spesso anche fastidiose, “stupide” per definizione perché aiutano a non prendere troppo sul serio le tristi realtà che ci circondano pur inviando messaggi di una certa consistenza è una pratica che è costata la vita a 12 innocenti. Le ragioni di tutto ciò sono da ricercare solo in parte nella politica e nella religione quanto in special modo nell’incapacità dell’uomo moderno di comprendere la stupidità.

Si faccia attenzione perché il termine “stupidità” è già stato riportato più volte ma non nel senso divenuto troppo comune del termine, ossia dissennatezza, quanto di divertimento consapevole, goliardia, pesante magari, al limite dell’offensivo, ma senza mai uccidere nessuno. Il discorso sul senso profondo della libertà di espressione è invece a parte. Non siamo ancora pronti, persino noi Occidentali considerati l’avanguardia della civiltà, a parlare con cognizione di causa e senza ipocrisie di libertà d’espressione che, indirettamente, senza neanche accorgercene, manca praticamente ogni secondo, visto che sostenere tesi scomode nel mondo libero equivale spesso ad essere impopolari il che a sua volta equivale ad essere dei reietti nell’era in cui il consenso e la popolarità si misurano a suon di “like”.

Possiamo però parlare degli stessi argomenti di cui si sarebbe potuto parlare due giorni fa, prima che il mondo crollasse al centro di Parigi, ossia di come si sia etnocentrici al punto da risultare intolleranti, portare due civiltà allo scontro combattuto a colpi di penna da una parte, di Ak-47 dall’altra. Il modo più giusto per tributare l’ultimo viaggio di uomini coraggiosi è infatti quello di non considerare il 7 gennaio 2015 come giorno da cui scaturisce un prima e un dopo, poiché le stesse battaglie portate avanti con un pennarello su tela possono e devono essere combattute oggi così come domani e così come negli anni a venire. Consapevoli di vivere, purtroppo, in un mondo in cui ridere è diventato un privilegio anziché un diritto.

Daniele Dell

Daniele Dell’Orco

Daniele Dell’Orco è nato nel 1989. Laureato in di Scienze della comunicazione presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, frequenta il corso di laurea magistrale in Scienze dell’informazione, della comunicazione e dell’editoria nel medesimo ateneo. Caporedattore del sito Ciaocinema.it dal 2011 al 2013 e direttore editoriale del sito letterario Scrivendovolo.com, da febbraio 2015 è collaboratore del quotidiano Libero, oltre a scrivere per diversi giornali e siti internet come La Voce di Romagna e Sporteconomy.it. Ha scritto “Tra Lenin e Mussolini: la storia di Nicola Bombacci” (Historica edizioni) e, sempre per Historica, l’ebook “Rita Levi Montalcini – La vita e le scoperte della più grande scienziata italiana”, scritto in collaborazione con MariaGiovanna Luini e Francesco Giubilei. Assieme a Francesco Giubilei, per Giubilei Regnani Editore, ha scritto il pamphlet “La rinascita della cultura”. Dal 2015 è co-fondatore e responsabile dell’attività editoriale di Idrovolante Edizioni.