“Contro il logorio della vita moderna” servirebbe Carosello

di Gennaro Pesante, in Blog, Media, New media, Recensioni, Televisione, del 2 Feb 2017, 21:01

Quattro spot da due minuti e quindici secondi ciascuno. Minisceneggiature spesso rimaste nell’immaginario collettivo, anche di chi non l’ha mai visto. Questo, dal 3 febbraio 1957 e per ventanni, fino al primo gennaio 1977, è stato il programma di quello che si chiamava Programma Nazionale, che poi divenne Rete 1. Il programma era Carosello. Sono passati 60 anni e il mito rimane, in qualche modo rafforzato dal ricordo e, forse, anche dalla scarsa vena creativa che ha permeato l’intero settore della pubblicità in tv dagli anni ottanta in poi.

La televisione commerciale, sebbene molto potente, non è riuscita a cancellare dalla memoria Carmencita, Calimero, l’Omino con i baffi e diversi altri pezzi di genialità che ancora oggi fanno parte della memoria collettiva e del linguaggio comune. E Carosello, specie nei primi anni, era anche una sorta di focolare davanti al quale si ritrovavano famiglie intere e si radunavano compagnie di persone che disponevano di un solo apparecchio tv. Ed era un momento di leggerezza e di incontro, quando il piccolo schermo rappresentava ancora un valore positivo e non il male assoluto cui spesso viene (ingiustamente) associato oggi.

Ernesto Calindri e l’amaro Cynar, con lo slogan “Contro il logorio della vita moderna”, riutilizzato in tempi recenti per il nuovo spot che ha visto la partecipazione degli Elio e le Storie Tese, come non citarlo? Per non parlare di Jo Condor, espressione d’uso comune ancora oggi: “E che c’ho scritto Jo Condor?” che sta per “Non sono mica fesso!” fino alle citazioni cinematografiche, celebre quella in un film con Totò e Macario a proposito di un prodotto per capelli.

Cosa rimane di Carosello? Non molto. A parte qualche comparsata di attori di spicco e rari concept apprezzabili, il resto è una melassa inguardabile che disturba il telespettatore e rende interminabili certi programmi, specie quelli delle tv commerciali. Eppure la macchina economica c’era all’epoca e c’è ancora oggi: negli anni sessanta gli spot costavano un milione e cinquecento mila lire, e oggi le cifre variano a seconda di diversi fattori, ma difficilmente vengono “regalati”. Peccato sia stata persa una certa freschezza nella ricerca del linguaggio e delle storie. Ma è molto cambiata complessivamente la televisione. E la pubblicità è ormai solo una parte del problema.

In ogni caso piace segnalare che il programma “Il giorno e la Storia” dedicherà una puntata monografica ai 60 anni di Carosello, in onda su Rai Storia il giorno dell’anniversario: 3 febbraio 2017 a mezzanotte e poi in replica a diverse ore del giorno, tra cui 8.30, 14 e 20.10. Un momento televisivo che vale la pena di segnalare in un contesto assai poco edificante per il piccolo schermo generalista, preso com’è nella morsa fra talent, fiction e talk show. Come si scriveva una volta nelle guide dei programmi tv, quando un programma era considerato buono per la visione si scriveva: altamente consigliato.

Gennaro Pesante

Gennaro Pesante, nato a Manfredonia nel 1974. Giornalista professionista, vive a Roma dove lavora come responsabile dei canali satellitare e youtube, e come addetto stampa, presso la Camera dei deputati.