Boulevard, l’ultimo Williams che non vedrete mai al cinema

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Un uomo di mezza età deve fare i conti con i suoi segreti e le sue paure. Probabilmente Nolan non troverà mai una voce e Robin Williams non avrà mai più una maschera. Uno degli ultimi film del comico statunitense, morto suicida qualche mese fa, probabilmente non sarà mai portato sul grande schermo. Problemi di distribuzione, si vocifera.

Girato a Nashville con un investimento di 302.000 dollari, Boulevarddi Dito Montiel è stato presentato in anteprima al Tribeca Film Festival lo scorso aprile, pochi mesi prima che Robin William si impicasse. Il film aveva già riscosso l’approvazione della critica e suscitato l’entusiasmo dei fans, che aspettavano impazienti di vedere Mrs Doubtfire nei panni di un placido impiegato sessantenne che si innamora di un giovane escort e quindi, costretto a fare coming out con se stesso. Un film intimo sul matrimonio, tra bugie e verità di rapporti logorati dalla routine, agonizzanti nel tempo. Una sera però, Roberto Aguire nelle vesti di un un giovane Leo gli farà intravedere l’orizzonte di una vita diversa.

Fonti anonime in Inghilterra avrebbero rivelato all’Uk Mirror di alcuni ostacoli che rischierebbero di far uscire il film direttamente in dvd, oltrepassando le proiezioni al cinema. “Si è combattuto per trovare il sostegno che serve al rilascio. Il cast ci ha provato, così come la troupe, ma per molte ragioni è poco probabile che Boulevard veda la luce del giorno”, avrebbe detto una fonte al Mirror. “C’è l’ipotesi, non da ignorare, che ricade sul merito di trovare qualcuno che lo distribuisca”. I produttori sono a corto di denaro. E Robin Williams esce di scena senza aver neanche salutato il pubblico.

Fortuna che rimangono confermati gli altri quattro titoli di prossima uscita. Robin Williams torna a rivivere per il grande pubblico nel fantasy Absolutely Anything del Monty Python Terry Jones, dove presta voce al cane parlante Dennis, in Una notte al museo 3, nei panni del presidente americano baffuto Teddy Roosevelt, e nella commedia natalizia Merry Frigging Christmas di Tristram Shapeero, il più atteso. Infine, in The angriest man in Brooklin, Robin Williams diventa Henry Altmann, un curioso avvocato in carriera che crede di poter cancellare in 90 minuti gli errori del suo passato. Un testamento, una resa dei conti: il quarto dei suoi film postumi rimane come un profondo e sentito addio di uno dei volti della commedia contemporanea. Così quella smorfia sorridente si gela in una malinconica maschera.

Dal comico borderline della serie tv Mork and Mindy al clown dottore di Patch Adams, sono innumerevoli le maschere di un attore che ha saputo cogliere lo spirito del tempo, facendosi filosofico per il Peter Pan di Steven Spielberg o drammatico per Dito Montiel. Dagli anni ’70 ad oggi, l’attore vincitore di un premio Oscar ha sempre dimostrato di saper passeggiare, in bilico tra l’intensità e la misura, su quella corda instabile che è la recitazione. In equilibrio tra la comicità e l’istrionismo, Robin Williams ci ha insegnato come il professor Keating ne L’attimo fuggente, come rendere straordinaria la nostra vita. “Dei due sentieri scelsi il meno battuto per non scoprire in punto di morte che non ero vissuto”, la frase del professore sembra riecheggiare questa volta nelle parole di Nolan.