I Fantastici 4: forse Spielberg non ha tutti i torti…

I Fantastici 4

“C’eravamo quando è morto il western, e arriverà il momento in cui la stessa cosa succederà al genere dei supereroi. Non significa non vi sarà occasione per il western di fare il suo ritorno, ed eventualmente anche per i supereroi. Certo, adesso è un genere in piena salute. Sto solo dicendo che questi cicli hanno un corso finito nella cultura popolare”: queste parole non sono di un critico qualsiasi, ma di un mostro sacro del cinema come Steven Spielberg, rilasciate in una recente intervista all’Associated Press, e ripresa da diversi siti.

In questo caso l’ultimo film del genere, in uscita il 1o Settembre nelle sale italiane, Fantastic 4 – I fantastici 4 sembra quasi voler dare ragione al noto regista. Diretto da Josh Trank, la pellicola è un reboot della storia già affrontata nell’Universo Marvel, i cui Studios hanno ceduto i diritti di distribuzione alla 20th Century Fox di questa nuova “interpretazione” della storia. Il cast è di tutto rispetto, e si compone di Miles Teller (Reed Richards / Mister Fantastic, protagonista della saga Insurgent e Divergent, oltre che di Whiplash) , Kate Mara (Susan “Sue” Storm / Donna invisibile, con parti in diversi film di successo e saghe culto come American Horror Story e House of Cards) , Michael B. Jordan (Johnny Storm / Torcia Umana, presto nelle sale con Creed, spin-off della leggendaria saga di Rocky Balboa), Jamie Bell (Ben Grimm / La Cosa, indimenticabile protagonista giovanissimo di Billy Elliot) e Toby Kebbell (Victor von Doom / Dottor Destino, nel cast del film War Horse di Spielberg e soprattutto del bonobo Koba di Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie).

La trama è quella ormai ampiamente conosciuta della saga a fumetti: i quattro nostri eroi affrontano un viaggio interdimensionale, che li porta ad acquisire dei super-poteri che utilizzeranno per salvare l’umanità dalla minaccia del Dottor Destino. Proprio qui, forse, cominciano i problemi del film, che l’hanno portato ad essere stroncato dalla critica e dal mancato successo al botteghino negli States (dove è uscito in agosto), nonostante la 20th Century Fox ne abbia già annunciato un sequel per il 2017. Il genere “super-eroi” è stato ultimamente molto utilizzato per fare film “da incasso”, forse badando poco alla qualità del girato o alla ripetitività delle storie, a vantaggio di ritorni commerciali (anche di merchandising) molto interessanti.

Alla lunga però questa operazione potrebbe portare a una sorta di “nausea” da parte dello spettatore, soprattutto se vengono riproposte storie già viste con ottimi risultati in precedenza, o su eroi poco conosciuti al grande pubblico (come non dimenticare il povero Lanterna Verde?). Un parere simile è stato espresso anche da Emma Thompson, in una sua intervista a Vulture: “Ho amato gli originali film di Superman con Christopher Reeve perché c’era un genuino spirito giocoso in essi, ma dopo un po’ si diventa un po’ cinici in merito. Il fatto che io so che loro vinceranno alla fine del film, ora come ora, ha leggermente interferito con il mio continuare ad andare a vederli. Se vedo un altro film su Spider-Man, dovrò davvero impiccarmi. Non posso farlo di nuovo! Sono meravigliosi, ma quante altre volte si può fare lo stesso franchise?”

Attualmente solo la saga degli Avengers ha rispettato e non deluso le attese: c’è da dire che è frutto di una programmazione di lungo respiro, ideata per essere sviluppata fin da principio in tre fasi, con film di contorno sul singolo personaggio a dare spinta senza discostarsi però troppo dal filone principale (basta vedere in Ant-Man il ponte che collega Civil War, prossimo capitolo della serie).

Spielberg ha ragione: la sovraesposizione di determinati generi, come il Western o i film di kung-fu del passato, così come il genere poliziottesco italiano, porta ad allontanare lo spettatore, a meno di non regalare sempre qualche elemento innovativo, che non si giochi solo su effetti speciali o cast di grido, ma anche su raccontare storie che coinvolgono lo spettatore e che lo appassionino.

Vi lascio con il trailer e da amante dei fumetti auguro lunga vita al genere “super-eroi”… sperando che il Dottor Destino non ci metta mano!

Francesco Arena

Francesco Arena nasce a Modena nel 1984, studia Ragioneria con specializzazione Informatica, attualmente impiegato bancario. Nel tempo libero frequenta cinema e tutto quello che riguarda il mondo della tecnologia. Si interessa anche di cucina e sta scrivendo un libro di ricette. Come genere ama molto i film comici (ma non demenziali), fantascienza e supereroi in generale.