Hopi Point Grand Canyon

Oggi vi parlo di Gunnar Widfross, un pittore svedese semisconosciuto in patria, ma idolo degli americani, tanto è vero che una cima del Grand Canyon porta pure il suo nome. Lui, Widfross intendo, l’ho conosciuto leggendo un libro (L’arte della fuga, di Fredrik Sjöberg, Iperborea 2017) consigliatomi da un cara amica. Widfross visse un vita avventurosa che lo portò a lasciare la Svezia per cercare fortuna altrove. L’artista scelse l’ America, dove i suoi acquerelli sono ancora oggi molto apprezzati e ricercati. Gunnar Widfross fu osannato negli USA, ma fu un genio incompreso in casa propria per intenderci. Il perché, ammetto rimane mistero.

Il dipinto che ho deciso di prendere in esame di Widfross è Hopi Point Grand Canyon, un acquerello del 1926, oggi conservato al Museum of Northen Arizona Fine Arts Collection. Widforss arrivò in America attorno agli anni Venti del 1900 e cominciò a girare in lungo e in largo per gli Statu Uniti alla scoperta delle bellezze del mondo naturale americano – suo tema pittorico- e della gente che fece l’America.

L’opera presa in esame è uno scorcio con protagonista il Grand Canyon, in particolar modo Widfross si concentra su Hopi Point. Il quadro è una grande veduta paesaggistica che ha in primo piano, alla nostra destra, una montagna rocciosa. La pietra rossa comunica compattezza e aridità ma, allo stesso tempo, gli arbusti, i cespugli e gli alberi dal fusto contorto con le chiome verdi sono segni di una natura viva che si rinnova. A sinistra si apre, con grande respiro, una immensa veduta del Canyon sempre costruita con tonalità cromatiche calde, rossastre, marroni che vanno poi rarefacendosi (tipico effetto della prospettiva pittorica) man mano lo sguardo si allontana all’orizzonte.

Usando la tecnica dell’acquerello – vi garantisco che non è per niente facile- Widfross riuscì a costruire con maestria e abile tratto i diversi piani rocciosi della veduta di Hopi Point e riuscendo – impresa da non poco – a restituire il senso di immensa spazialità della grande vallata presente nel parco nazionale dell’Arizona.

Importante è anche la luce, calda avvolgente e dolce che dilaga abbracciando ogni singolo spuntone e anfratto del canyon comunicando un senso di calore ambientale.

La cosa che mi affascina di questa opera dal taglio nettamente fotografico è che il pittore svedese, così poco considerato nella sua patria nativa, in ogni suo acquerello mise del sentimento. Cosa intendo? Osservando Hopi Point Grand Canyon e altri suoi dipinti, ci si rende conto che non sono solo degli scorci paesaggistici e delle vedute naturali. Da ogni singolo dipinto di Widfross emergono un senso di pace, di meditazione. A tratti, scrutando questo acquerello ho avuto la sensazione di percepire il silenzio, i piccoli rumori della vegetazione mossa dal vento e un senso di pace che l’uomo può trovare stando a contatto con la natura.