L’abitudine di tornare di Carmen Consoli

E’ tornata in punta di piedi la cantautrice siciliana, e nel modo più dolce che potevamo aspettarci, con i suoi silenzi, i suoi sospiri e le immagini evocate dalla sua voce, insomma come solo lei sa fare. Dopo 5 anni dall’uscita dell’album Elettra, i fan, impazienti di ascoltarla di nuovo, sono stati accontentati ed hanno potuto godersi il suo ritorno che, come ogni volta, travolge di emozioni.

Il 20 gennaio è riapparsa sulla scena musicale italiana conL’abitudine di tornare, un album intimo e intenso, che racconta gioie e dolori dell’Italia di oggi.

Nel lungo periodo di silenzio, trascorso nella sua terra e tra momenti distesi in compagnia degli amici ed esperienze più forti, come la nascita del suo primo figlio Carlo Giuseppe, racconta di aver vissuto da persona comune e di essersi presa il suo tempo osservando il mondo dal di fuori, per tornare poi a raccontarlo, quasi come una cronista musicale, nelle sue nuove canzoni.

L’album contiene 10 brani che spaziano per genere musicale (troviamo un po’ di rock inLa signora del quinto piano, sprazzi di elettronica inSan ValentinoeSintonia imperfetta, swing e bossanova inQuesta piccola magia) ma che riportano il suo stile inconfondibile: la sua voce infatti, più disciplinata e meno aggressiva rispetto al passato, rappresenta quel valore aggiunto che la caratterizza da sempre.

I temi trattati mostrano la sua profonda sensibilità nei confronti dell’umanità tutta, ma in particolare per le donne e per la condizione di precarietà e povertà cui sta andando incontro il nostro paese. Si passa dal tema dell’adulterio, raccontato dal punto di vista della donna-amante stanca di questa condizione, in L’abitudine di tornare (prima traccia che dà il nome all’album), alla monotonia di un rapporto di coppia in Sintonia imperfetta; dall’amore omosessuale tra due ragazze adolescenti in Ottobre, al femminicidio appena evocato nel brano La signora del quinto piano.

Troviamo inoltre brani sull’attualità, come la denuncia alla mafia in Esercito silente, gli sbarchi clandestini ne La notte più lunga e la crisi della nostra classe media italiana in E forse un giorno.

Altre due ballate sono Oceani deserti, che vanta la collaborazione di Max Gazzè (un cameo d’eccezione vista la popolarità del cantautore e bassista romano raggiunta dopo la nuova collaborazione musicale con Niccolò Fabi e Daniele Silvestri) e Questa piccola magia, brano intimo che l’artista dedica al figlio di 2 anni e che chiude l’opera.

La fortuna di questo album è già nell’aria; non rimane che ascoltarlo e riascoltarlo, per assaporarne ogni nota, ogni parola, ogni sospiro.

Redazione

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