Una petizione per fermare Roosh V, lo scrittore che insegna a stuprare le donne

roosh1

Roosh V, alias Daryush Valizadeh, è un ragazzo di trentasei anni, antifemminista convinto e proprietario del viso rassicurante che si vede in foto, blogger e autore di Bang, una serie di libri quantomeno discutibile, emblema di come ormai basti una tastiera per ritrovarsi su Wikipedia accompagnati dalla definizione di “scrittore”.

Seppure i suoi libri vengano regolarmente contestati negli USA già da tempo, è notizia dei giorni scorsi la petizione lanciata su change.org da Caroline Charles, la quale chiede a Jeff Bezos – CEO di Amazon – il ritiro immediato dalla vendita dei libri dell’autore. Leggendo qualche riga – assolutamente autobiografica – di BangIceland, è facile poi capirne il motivo.

“Mentre tornavo a casa, ho capito quanto lei fosse ubriaca. In America, fare sesso con lei sarebbe stato uno stupro, dal momento che, legalmente, non era in grado di dare il suo consenso. Non aiuterebbe il fatto che io ero sobrio, ma non posso dire che mi interessasse o che abbia addirittura esitato. Non razionalizzo le mie azioni, fare sesso è ciò che faccio.”

Per meglio cogliere il fine di questa pregevole produzione letteraria, va necessariamente premessa quella che è la più grande battaglia di Valizadeh, e cioè una proposta di legge che – a suo dire – risolverebbe il problema dello stupro: “Rendere lo stupro legale se fatto in una proprietà privata. Propongo di rendere la violenza compiuta su una donna non punibile dalla legge se fatta fuori dal suolo pubblico. Con il mio suggerimento le donne smetterebbero di seguire strani sconosciuti nelle loro case, gli uomini non sarebbero ingiustamente incarcerati e la società inizierebbe a trattare le donne non come bambini, ma come adulti”.

È evidente, quindi, la distorta concezione di “problema” posseduta dall’autore: non lo stupro in sé – assolutamente attuabile entro le mura domestiche –, bensì il suo svolgersi in pubblico, sotto l’occhio di tutti. Ancora più inquietante la sua idea di donna, che è facile cogliere leggendo qualche passo del suo blog: “Per la maggior parte della storia umana, il loro comportamento [delle donne] è stato controllato o soggetto ad approvazione attraverso meccanismi di tribù, famiglia, chiesa, legge e precetti culturali. Èstato ipotizzato correttamente che una donna non era in grado di prendere decisioni“.

Quello che quindi la Charles contesta – e con lei i più di 225mila firmatari – è che i libri mirino in maniera assolutamente esplicita a istruire gli “uomini” – le virgolette sono d’obbligo – su come violentare una donna e farla franca, e da qui l’accusa velata ad Amazon, che secondo la donna “sta facendo i soldi” con un simile autore.

Dopo un periodo in cui le donne hanno avuto la libertà di perseguire la vita come vogliono, hanno dimostrato di non riuscire sempre a prendere le decisioni giuste per sé e per gli altri, che impediscano di danneggiare sé stesse e gli altri”, si legge in uno degli articoli del suo blog.