Una Biblioteca, un Libro: la serie tv delle biblioteche

biblioteca

Sabato 26 settembre è andata in onda su Rai5 la prima puntata di Una Biblioteca, un Libro, quella che la casa di produzione Meti Pictures ha definito “Una serie televisiva interamente dedicata alle biblioteche e ai meravigliosi libri che custodiscono”, quattro documentari di circa mezz’ora ciascuno. Noi di Cultora, incuriositi, abbiamo visto la puntata dedicata alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.

La vera protagonista della puntata è, appunto, la biblioteca e ciò che conserva. Manoscritti rari, soprattutto, ma molta attenzione è stata dedicata all’Archivio Morante, dedicato a Elsa Morante, presentato dal regista e attore Carlo Cecchi accompagnato dalla pianista Rita Marcotulli. L’Archivio conserva alcune opere di valore inestimabile, tra cui romanzi inediti e ben 44 quaderni dell’autrice, dove era solita prendere appunti e scrivere i suoi romanzi, che avrebbe poi battuto a macchina (un abitudine che tutt’oggi hanno molti scrittori, che preferiscono prima scrivere su quaderni e poi usare il computer). Interessante è uno di questi, scritto quando Elsa aveva appena cinque anni. L’aveva chiamato Storia di una bambola e aveva pure fissato il prezzo (2 lire e 10). È stato successivamente pubblicato nel 1942 da Einaudi, rinominato Le bellissime avventure di Caterì dalla Trecciolina, corredato con disegni della piccola autrice. È ancora in vendita col nome di Le straordinarie avventure di Caterina.

L’attenzione si sposta poi sul Fondo Cinese. È con un certo orgoglio che viene presentato un manoscritto, una summa di tutto il sapere medico del XVI secolo che, rilegato alla occidentale, si compone di 17 volumi (44 rotoli alla orientale). È impreziosito da ben 1300 acquarelli che rappresentano le piante, i minerali e scene di vita quotidiana. Ne esistono solo quattro al mondo, e quello conservato a Roma è l’unico fuori dall’Asia (gli altri sono uno in Cina e due in Giappone, in mano ad un privato e ad una casa farmaceutica).

Per ultima viene presentata la Sezione Romana, dove sono raccolte le mappe topografiche di Roma di tutte le epoche, da quella romana repubblicana a quella medievale, da quella rinascimentale a quella fascista, in modo da potere documentare lo sviluppo e l’evoluzione della città.

Si può quindi dire che lo scopo del documentario è centrato: la biblioteca e ciò che ha di più prezioso diventano veri protagonisti di un documentario dove gli uomini che ci lavorano e che se ne prendono curo diventano mere comparsate. Un chiaro tentativo di diffondere e valorizzare il patrimonio culturale italiano che è solo da encomiare e apprezzare.

Roberto Leone

Laureato in Storia con tesi dal titolo “Le Quattro Giornate di Napoli. Una discussione” all’Università di Napoli “Federico II”. Co-fondatore del blog letterario “Storici&Salottiere”, redattore della sezione Storia della testata on-line “La Cooltura” da marzo 2015, collabora con “Cultora” da settembre 2015. Da dicembre 2015 è caporedattore di Terre di Campania. Appassionato di scrittura, è attualmente laureando in Scienze Storiche.