Sono sempre i migliori (italiani) che se ne vanno…

Mah, sarà che le festività natalizie, col loro carico di buonismo istituzionale (peraltro in costante estinzione, fortunatamente) a me invece mettono una certa malinconia di natura leggerissimamente (beh…) iconoclasta, ovvero che il periodo è di quelli che quasi inevitabilmente obbliga ai bilanci d’ogni genere e sorta con relative riflessioni, e per abitudine personale cerco sempre di espandere tali mie riflessioni, di qualsiasi genere esse siano, in lungo e in largo come melodie natalizie nei centri commerciali…
Fatto sta che – ok, ora torno serio, dato che la disquisizione offerta di seguito non è affatto vacua e solo apparentemente ovvia – confesso che la recente scomparsa della grande Virna Lisi, una delle più brave, apprezzate e affascinanti attrici italiane ovvero un bel personaggio sotto molti punti di vista (che tuttavia qui cito perché di recente scomparsa, appunto; in verità il discorso vale con qualsiasi altro), ha indotto in me una meditazione su come tante personalità di simile “bellezza” e valore che oggi purtroppo non ci sono più abbiano rappresentato, al di là di loro stessi e delle doti personali dimostrate pubblicamente, un’epoca novecentesca sicuramente controversa per certe cose ma d’altronde capace di valorizzare la grandezza di essi – grandezza artistica, intellettuale, scientifica eccetera ma anche, e soprattutto, umana nonché, di rimando, la bontà di un certo periodo storico dal quale il tempo ci allontana sempre più. Penso a quei tanti gloriosi personaggi che nei decenni scorsi, nel pieno dell’evoluzione e dell’espansione delle arti e dei media contemporanei, hanno reso celebre e celebrata la cultura italiana di ogni genere, in modo alto ma pure popolare; uomini e donne dal grande carisma e dallo spessore personale rilevante, la cui morte non ha solo privato il nostro paese della loro presenza, ma ha pure indebolito l’intera struttura socio-culturale nazionale, anche per come poi il loro posto è stato preso da altri – i “personaggi” VIP di oggi – sovente dal discutibile talento, dallo spessore umano risibile e dalla capacità di lasciare qualcosa di buono nella storia della cultura e del costume italiani quasi nullo.
E’ cambiato tutto, senza dubbio, nel giro di soli pochi anni. Tutto si adegua, inevitabilmente, al presente e alle sue realtà, e la riflessione che vi sto sottoponendo non vuole certamente essere indiscutibile – anzi, sono io il primo a sperare di stare solo esagerando; tuttavia veramente, di fronte alla scomparsa di personaggi come la Lisi ovvero tanti altri, mi chiedo: dove sono oggi altre Virna Lisi, altre donne di simile fascino (non artefatto) e relativa eleganza nonché bravura artistica? Dove sono altri Sordi, De Sica, Visconti, Fellini, Calvino, Buzzati, De Chirico, Fontana, Pavarotti, Abbado… – inutile dirlo, l’elenco potrebbe continuare a lungo e toccare qualsiasi disciplina di interesse “popolare”, ho solo messo in fila i primi nomi che mi sono balzati in mente.
Ribadisco: certamente alcuni grandi personaggi ci sono anche oggi, magari pure più grandi di tanti del passato, tuttavia l’impressione personale – o il timore, fate voi – è che non ci sia più la dimensione giusta affinché ne nascano come un tempo e, d’altro canto, ancor meno vi sia la capacità e la volontà diffuse (in senso popolare ma pure istituzionale) di comprenderne il valore, facendo in modo che quelli che ci sono restino fuori dalle luci della ribalta culturale e sociale, puntate altrove su cose assai meno interessanti. Temo appunto che ci si stia terribilmente impoverendo, che nella situazione socio-culturale attuale, per le cause che voi stessi conoscete bene, certi grandi personaggi che se ne vanno lascino vuoti sostanzialmente incolmabili, i quali per inesorabile effetto collaterale non facciano che abbruttire sempre più la società nella quale viviamo. D’altronde, molto banalmente, basta vedere – magari su qualche canale satellitare che ritrasmette vecchi programmi – gli show televisivi RAI di un tempo e i personaggi che li presentavano e animavano, e fare un rapido confronto con gli epigoni attuali. “Sono sempre i migliori che se ne vanno”, recita quel noto motteggio: beh, grazie, fatto sta che così ci ritroviamo in mezzo a quelli peggiori, la cui specie non se ne va affatto, anzi, pare in costante e irrefrenabile aumento! E la lotta tra diffusione culturale di valore, anche quando popolare (ad esempio gli show televisivi di un tempo, appunto) e l’incultura imposta anche strategicamente dal sistema (quello i cui massimi esponenti dichiarano pubblicamente che “con la cultura non si mangia”, per capirci) pare sempre più appannaggio di questa seconda, con i risultati sopra esposti.
Insomma: la scomparsa di tali grandi personaggi non sta solo facendo svanire un’intera epoca recente e fondamentale della nostra storia dentro le fumose spire del tempo, tra le quali ormai abbiamo perso la capacità di vedere, noi popolo cronicamente senza memoria, ma sta privandoci di una bellezza umana autentica e piena che oggi, ripeto, personalmente faccio fatica a ritrovare. A meno di fermarsi a considerare la mera esteriorità di quanto abbiamo a disposizione: ma sarebbe come credersi lettori soltanto ammirando le copertine dei libri, quando invece basterebbe aprirli e leggerli per diventarlo sul serio. E se certe luci della ribalta comandate da altri non illuminano chi mostra talento e valore, in fondo una bella torcia elettrica a casa l’abbiamo tutti.

P.S.: l’immagine riproduce Virnaburger, opera con cui nel 1965 il pittore americano Mel Ramos ritrasse Virna Lisi anche come icona pop.