Quando a vincere è il cinema italiano: YOUNGER’S IN.MOVIE

Sono le ore 18.00 di un venerdì di dicembre ed il Nuovo Cinema Aquila è inaspettatamente affollato. Nel foyer si attende l’inizio delle proiezioni. Sette corti ed un lungometraggio in scaletta si alternano a dibattiti con produttori e registi. E’ YOUNGER’S IN.MOVIE, un evento che nasce dalla volontà di fare incontrare i giovani filmmakers con il pubblico, nell’ottica della condivisione e valorizzazione del cinema italiano indipendente. Le difficoltà di realizzare un progetto creativo low budget e con poco tempo a disposizione si eclissano dietro le immagini proiettate. Fotogrammi che raccontano due storie, quella visibile agli occhi di tutti e quella nascosta dietro la macchina da presa.

Abbiamo incontrato Daniele Urciuolo, produttore cinematografico e direttore artistico dell’evento.

Daniele, perché YOUNGER’S IN.MOVIE?

L’idea di YOUNGER’S IN MOVIE nasce dalla volontà di condividere competenze ed energie. L’obiettivo è quello di sensibilizzare persone ed aziende a sostenere intellettualmente, ed anche economicamente, il cinema autoriale di qualità, e non soltanto i “Transformers” americani ed i film commerciali. Quando ho incontrato Andrea Viganò non credevo che da una semplice chiacchierata avremmo in tempi rapidi realizzato YOUNGER’S IN.MOVIE.

Sette cortometraggi protagonisti della serata, con quale criterio sono stati selezionati?

Da un anno e mezzo seguo il cortometraggio “Yet, the best universe ever” di Edoardo Palma, del quale sono produttore, e per tale motivo sono stato in giro per vari Festival italiani, dove ho conosciuto persone squisite e ho visto tanti cortometraggi. Ho scelto quelli che a mio modesto parere sono delle piccole opere d’arte cinematografica. A Venezia – ad esempio – ho conosciuto Luca Caserta che mi ha parlato del suo “Dal Profondo”, che ora andrà in distribuzione in America, e Emanuele Caruso, regista di “E fu sera e fu mattina”. A Catania ho conosciuto Cristina Puccinelli, che ha vinto il premio come migliore interprete in “Eppure io l’amavo”, corto dove firma anche la regia, e Gianluca Viti e Stefano Sparapano, rispettivamente regista e attore di “Ira funesta”. Poi a Lenola ho visto “Isacco” di Federico Tocchella e ho amato il suo lavoro, il giovanissimo interprete e la fotografia firmata da Daniele Ciprì. A Roma invece, grazie all’amico in comune Davide Manca, bravissimo direttore della fotografia, ho conosciuto Pierluca Di Pasquale e il suo “Ehi muso giallo”, apprezzando l’originalità della storia e il talento del suo cast artistico. Non vorrei soffermarmi troppo a parlare del corto “Yet, the best universe ever”, perché sarei di parte, ma mi limito a dire che è un sincero e divertente omaggio al cinema, il regista Edoardo Palma si sta affermando come giovane autore eccellente e l’attore Elio D’Alessandro è stata una autentica rivelazione.

La storia di Emanuele Caruso, regista del lungometraggio proiettato durante l’evento “E fu sera, e fu mattina”, è un racconto di difficoltà e di successi inaspettati. Ci parli di questa coraggiosa esperienza?

La storia di “E fu sera e fu mattina” è assurda. Ricordo quando all’Hotel Excelsior di Venezia uno dei produttori me ne parlò la prima volta. Mi disse che non avevano soldi e allora hanno pensato di fare una raccolta di crowdfunding ad azionariato popolare vendendo delle quote del film e promettendo una percentuale sui futuri incassi. In due anni circa hanno raccolto settantamila euro, anche con l’aiuto della Film Commission del Piemonte e di tre Comuni piemontesi. Il risultato è stato quello di realizzare un film a bassissimo budget tecnicamente non eccellente ma emotivamente sincero, dove attori non famosi e tecnici hanno lavorato gratuitamente per nove settimane. In un contesto sociale ed economico italiano non felice, il film non ha trovato distribuzione e i produttori hanno deciso di auto-distribuirlo. Il passaparola unito all’abilità comunicativa della produzione e all’autenticità dell’opera hanno permesso al film di staccare circa quarantamila biglietti ed incassare quasi trecentomila euro. Il film ha vinto il Premio F.I.C.E. 2014 come “Film Indipendente dell’Anno”, e adesso il regista Emanuele Caruso potrà inviare i bonifici per pagare tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo raro caso di successo meritato.

Da giovane produttore qual è la realtà del cinema indipendente italiano?

Partiamo da una premessa, anzi da due. La prima è che il Cinema indipendente esiste e in America ha un giro d’affari enorme; la seconda è che in Italia il cinema indipendente sforna prodotti più interessanti di quelli commerciali o istituzionali ma essi non hanno la forza – non solo economica – di emergere. Per questo con YOUNGER’S IN.MOVIE vogliamo dare un contributo a promuovere il cinema indipendente italiano di qualità. Penso a “Spaghetti story” di Ciro De Caro, a “Smetto quando voglio” di Sydney Sibilia, a “L’Arte delle felicità”, il film d’animazione italiano super-indipendente di Alessandro Rak, che ha appena vinto l’oscar europeo battendo due mega produzioni francesi. Proprio il regista napoletano, commentando la vittoria ha messo in risalto la passione impiegata a relaizzare l’opera, più dei soldi investiti, affermando che “ha vinto l’anima di un gruppo di persone, di una città (Napoli) difficile ma straordinaria. Ha vinto l’Anima perché siamo anime in azione”.

Youngers in movie è la serata promo di un progetto a lungo termine che vede la collaborazione di Alfiere production e Rvondesign. Quali sono le vostre ambizioni future? Cosa ti aspetti dopo il riscontro positivo della serata di venerdì?

Come ho già dichiarato a Cinemaitaliano.info adesso YOUNGER’S IN.MOVIE andrà in tour in altre città d’Italia e speriamo di poter realizzare – magari nell’estate 2015 – una tre giorni di proiezioni, incontri e momenti di benessere, nella magica cornice del cinema giovane e indipendente, che rappresenta una delle eccellenze italiane da valorizzare. Tra i sogni c’è anche quello di sensibilizzare società e associazioni italiane a investire nella realizzazione di nuovi prodotti cinematografici di qualità.

Daniele, cosa dobbiamo invece aspettarci da te?

Con la mia Factory Alfiere Productions (www.alfiereproductions.com), oltre a firmare la produzione esecutiva del cortometraggio “L’Insonne”, per la regia di Alessandro Giordani, prodotto da Mescalitofilm, le cui riprese inizieranno a gennaio, sto lavorando a vari progetti per il 2015, in particolare a un cortometraggio per la regia di Flaminia Bonciani, una web series per la regia di Cristina Puccinelli, un film per la regia di Daniele Di Biasio. In più sono stato nominato vice-direttore del Catania Film Festival, sto lavorando ad un mio Festival e sto per lanciare un’Agenzia artistica. Tanti progetti e la speranza di realizzarli tutti,

Grazie Daniele ed in bocca al lupo!

Francesca Bianchini

Nata a Roma 24 anni fa , ho origini lucane. Mi sono laureata in Giurisprudenza alla LUISS Guido Carli di Roma con una tesi in Diritto dei Media. Ho collaborato con la rivista on-line ”Ciao Cinema” e con giornali universitari. Guardo al futuro con gli occhi del viaggiatore avido di esplorare nuove mete. La prima tappa del mio percorso professionale è in Sky Italia, per la quale sto attualmente lavorando. Trovo rifugio nel cinema e nell’arte e gli sono devota per avermi insegnato che la realtà non è solo frutto della percezione, e che dietro ogni bellezza c’è poesia.