Negli Usa aumentano le vendite dei libri di carta, ecco perché

di Federica Colantoni, in Editoria, Media, del 21 Dic 2015, 10:46

libreria

Lo accennavamo già qualche tempo fa che le vendite dell’e-book stavano subendo un calo negli Stati Uniti, non a caso il leader mondiale della distribuzione online, Amazon, ha recentemente aperto una libreria fisica a Seattle. Un segno indicatore di una tendenza ora confermata dall’analisi Nielsen, che evidenzia un aumento della vendita dei libri cartacei negli States − 571 milioni di copie nel 2015 contro le 559 del 2014 − parallelo al calo delle vendite del libro digitale − dal 22% al 20%.

Come ipotizzavamo, questi dati dimostrano che il digitale non sta avendo la meglio sul libro cartaceo al punto da sostituirlo, ma che, al contrario, i due formati posso coesistere nello stesso sistema incontrando le esigenze dei lettori che in un dato momento preferiscono l’uno o l’altro. Come riporta oggi il Corriere della sera, nell’ultimo anno gli americani avrebbero utilizzato molto meno l’e-reader, fatto che si è rivelato palese all’uscita di Go set a watchman, l’attesissimo libro di Harper Lee, il quale ha registrato una vendita del cartaceo di molto superiore al cugino digitale, nonostante il prezzo più alto. Una possibile spiegazione potrebbe essere che alcuni libri “significativi” per noi e per la letteratura (il precedente romanzo della Lee, Il buio oltre la siepe, è diventato un must dei testi a tema razziale) preferiamo ancora averli esposti in libreria, collezionando nel lettore digitale solo i romanzi di prêt-à-porter, che intrattengono il lettore ma che non sono destinati a rimanere nel tempo.

Solo supposizioni. Ciò che è certo è che i dati esposti da Nielsen non sembrano indicativi di un sovvertimento del panorama editoriale, in quanto le tendenze negativa del digitale e positiva del cartaceo non sarebbero così significative da poter affermare che da oggi l’e-book crollerà vertiginosamente per gli anni a venire, e viceversa. Si assiste, piuttosto, a un oscillamento, a una serie di alti e bassi che sembrano coincidere con particolari preferenze dei lettori in questo preciso momento.

È interessante, tuttavia, notare come questi dati sembrino favorire, almeno in America, le librerie indipendenti. Infatti, a Washington, più per una questione economica che ideologica, l’ultima libreria di catena Barnel&Nobles sarà costretta a chiudere il 31 dicembre perché non è riuscita a rinnovare il contratto di affitto, e così la capitale americana si conquisterà il titolo di città con solo librerie indipendenti, fatto a cui anche Obama tiene molto.

Federica Colantoni

Federica Colantoni nasce a Milano nel 1989. Laureata in Sociologia all’Università Cattolica nel 2013, pochi mesi dopo inizia il percorso di formazione in ambito editoriale frequentando due corsi di editing. Da dicembre 2014 collabora con la rivista online Cultora della quale diventa caporedattrice. Parallelamente pubblica un articolo per il quotidiano online 2duerighe e due recensioni per la rivista bimestrale di cultura e costume La stanza di Virginia.