Guiyu, la città dove riposa la tecnologia

È il posto piùinquinato del mondo, l’acqua contiene gli stessi residui rilevati a Chernobyl ma è il luogo di lavoro più ambito della Cina. Di cosa stiamo parlando? Della città di Guiyu, capitale mondiale dei rifiuti elettronici. Vi siete mai chiesti dove vadano a finire i vostri cellulari, computer o televisori?
Si ritrovano tutti insieme appassionatamente in quell’inferno che è diventato la città di Guiyu.
La visione che ci si trova davanti è simile a quella di un girone dantesco; l’aria nauseabonda è avvolta da una nebbia fitta e arancione. Gli occhi e le narici iniziano a bruciare davanti al business del secolo.
Qui c’è di tutto: cellulari, televisori,lettori mp3, stampanti, computer e lettori dvd, ciò che un tempo era il top della tecnologia, ora giace in un’immensa palude di morte.
Che tipo di business è? Da questo apparente lerciume, la Cina ne ha tratto un guadagno milionario. Nel 2015 i cinesi lavoreranno circa due tonnellate di immondizie digitali, per un giro d’affari di circa ottocento milioni di dollari. Da una tonnellata di rifiuti hi-tech si ricavano circa 300 grammi d’oro, 10 di platino, 50 di palladio, 2 chili d’argento, 25 di stagno e 130 di rame. Nel 2013 il 5% dell’oro cinese è stato estratto dai rifiuti elettronici.
Chi ci lavora? Su circa duecentomila abitanti, otto su dieci lavorano nell’e-waste senza alcun tipo di precauzione. In piccole officine a cielo aperto gli operai smembrano, a mano, sopra vasche di stagno surriscaldato senza alcun tipo di protezione, esponendo i polmoni ai fumi tossici. Sembrano cercatori d’oro dell’era elettronica, che coltivano la speranza che questa immondizia li faccia diventare ricchi. E in parte è vero. Smantellare pc e cellulari frutta un guadagno tra i 650 e gli 820 dollari al mese: quattro volte tanto di uno stipendio normale. Molti, come a poker, tentano l’all-in con la loro vita, sperando di guadagnare abbastanza per poi tagliare la corda e condurre una vita dignitosa, ma la polvere nera non perdona e le malattie come la tubercolosi e i tumori all’apparato respiratorio sono all’ordine del giorno. Gli studi effettuati sono sconvolgenti: la percentuale di tumori supera del 64% la media nazionale e una ricerca su 165 bambini da uno a sei anni ha rivelato nel sangue livelli di piombo assai superiori alla media.
Perchè proprio Guiyu? La città della provincia di Guangdong, a causa della sua tendenza ad essere sommersa dalle piene, non era l’ideale per l’agricoltura. Così si è iniziato a riciclare, prima bottiglie, poi lattine e dal Duemila i rifiuti elettronici. Un mercato che la città cinese si tiene stretta e per cui è addirittura pronta a morire. Purtroppo questo business folle è come una bomba a orologeria che può distruggere l’intera regione e che contribuisce ad annientare il pianeta. Il riso è avvelenato, i giocattoli prodotti con la plastica degli smartphone sono tossici e la produzione di ingenti quantità di CO2 sta distruggendo l’atmosfera.
Davanti a un tale scempio è spontaneo chiedersi: cosa conta per noi la vita? Quanto vale una persona? La Natura che ci circonda ci interessa o no? Amore è creare, non consumare e distruggere come sta accadendo a Guiyu. L’uomo non può sottomettere la Natura perchè è lui stesso parte di essa. Come scrisse il politico statunitense Robert Ingersoll: “In natura non ci sono né ricompense né punizioni: ci sono conseguenze.”

Edoardo Ridolfi

Edoardo Ridolfi, nato a Gualdo Tadino (Pg) nel 1993. Diplomato al Liceo Scientifico; ha conseguito la laurea triennale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Perugia. Attualmente sta svolgendo l’iter per prendere il tesserino da giornalista pubblicista. Collabora come giornalista e fotografo con testate cartacee e online diverse.