L’odore acido di quei giorni, il romanzo di Paolo Grugni tra i lacrimogeni del ’77

Un anno, il 1977, racchiuso in soli tre mesi e per giunta scarsi (da gennaio a marzo). Un periodo così breve eppure così importante per la storia d’Italia. Una finestra temporale durante la quale un movimento alternativo al potere politico dominante, che andava dalla DC al PCI, illuse i giovani e la sinistra che c’erano ancora margini di libertà, di creatività, di indipendenza. Una finestra aperta e subito richiusa dalla repressione dei carri armati mandati da Cossiga, allora ministro dell’Interno, con la complicità del PCI di Berlinguer, partito che non tollerava le contestazioni degli ‘indiani metropolitani’ e la sinistra extraparlamentare che metteva in dubbio il suo ruolo guida.

La storia di quei momenti viene magistralmente narrata, grazie anche alla voce di Radio Alice, da Paolo Grugni ne “L’odore acido di quei giorni”, romanzo ristampato in occasione dei 40 anni del ’77 e giunto alla quarta edizione. Segno di un interesse mai spento per quel momento rimasto nel cuore nel cuore dei vecchi militanti, ma ancora in grado di appassionare le generazioni più giovani. “L’odore” del titolo è l’odore dei lacrimogeni sparati dai carabinieri che occuparono Bologna l’11 marzo, lo stesso giorno in cui fu ucciso, da un poliziotto con un colpo alla schiena, Francesco Lorusso di Lotta Continua. Ma il testo di Paolo Grugni va ben oltre, diventando via via un cupo noir incalzante finalizzato alla caccia di un terrorista di Ordine Nuovo. Erano gli anni di piombo, (dove) l’estrema destra e l’estrema sinistra si affrontavano a mano armata. Ed è in quell’atmosfera plumbea che si cala la storia di Alessandro Bellezza, ex medico costretto suo malgrado ad aiutare le Brigate Rosse e per questo espulso dall’ordine.

La vita gli ha riservato però altri problemi: la serenità in parte ritrovata grazie a un lavoro bizzarro (recuperare i cadaveri degli animali uccisi dalle auto) viene messa a rischio dal ritrovamento, vicino a Persiceto, di una donna durante una bufera di neve. Una donna che si rivelerà essere il fattore fondamentale affinché il protagonista venga di nuovo coinvolto nelle trame nere e rosse che insanguinavano quegli anni. Il romanzo diventa così non solo uno spaccato su quel periodo, ma immagina sviluppi che avrebbero pesantemente condizionato la storia e la politica italiana. Basti leggere il preambolo, datato 10 maggio 1994, ovvero il giorno in cui Silvio Berlusconi diventa per la prima volta presidente del Consiglio per capire a dove si sarebbe arrivati tramite il ‘Piano Rinascita’ della P2 di Licio Gelli. La forza del libro non sta però solo nella ricostruzione degli eventi, ma anche nella scrittura di Grugni, sempre precisa e lucida nel narrare intrecci difficili da sbrogliare, nonché dotata di una forza poetica e metaforica non comune. Da leggere per imparare e non dimenticare.

Giorgio Fossati

Redazione

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