Il Wi-fi ultraveloce sarà il futuro dell’India

Il 1° luglio ha avuto inizio la cosiddetta Digital Week in India, ovvero una campagna della durata di una settimana, promossa dall’amatissimo primo ministro, Narendra Modi, per discutere e fare chiarezza su quello che è stato uno dei suoi punti di forza durante il periodo elettorale l’anno scorso: Internet.

Di fatto, l’ex primo ministro della regione del Gujarat aveva promesso al suo popolo che, in tempi brevi, la rete sarebbe stata modernizzata e potenziata in tutto il paese. Ed è proprio per questa ragione che, dopo un anno dalla sua nomina come leader della sua nazione, ha investito ben diciotto miliardi di dollari nella Digital India Week, dando il via al processo di potenziamento con l’attivazione del Wi-fi totalmente gratuito nel Taj Mahal, il magnifico mausoleo risalente al 1632. Questo primo passo sarà seguito, almeno secondo i calcoli, dalla copertura della rete web su ben 250.000 villaggi entro il 2019.

Il nostro progetto è ora pronto a decollare”, ha affermato un portavoce di Ravi Sankar Prasad, il ministro delle Comunicazioni e dell’Informatica: “La nostra idea è quella di coprire il divario venutosi a creare tra coloro i quali possono permettersi una rete Internet e chi non ne ha la possibilità.

Gli obiettiviprincipali di questa rivoluzione tecnologica nel paese sono dunque quelli di riuscire a far connettere l’intera nazione al web e, al tempo stesso, di istituire una propria rete nazionale a fibra ottica, la cui proposta fu approvata nel 2011 ma non è mai stata attuata fino ad ora, senza dover più affidarsi a providers stranieri e, soprattutto, dando modo al governo di creare nuovi posti di lavoro per i cittadini indiani, all’incirca cento milioni, almeno secondo le stime della Digital Week.

Quel che è certo è che tutti questi piani, se messi finalmente in atto, potrebbero dare un’ulteriore spinta all’economia indiana, che, tra l’altro, sta indirizzando già da tempo i propri sforzi verso il mercato degli smartphone − che naturalmente si basano essenzialmente sull’uso di Internet − e i potenziali guadagni apporterebbero prosperità al paese, puntando in primis sull’istruzione e la sanità, come proposto dallo stesso primo ministro. Infatti, Narendra Modi, dal canto suo, ce la sta mettendo tutta, cercando di dimostrare come la tecnologia possa influire in meglio sulle vite degli indiani: basti pensare al fatto che Modi è una delle figure politiche mondiali più di spicco presenti sui social network, specialmente su Twitter, dove conta ben tredici milioni di followers.

Tuttavia, come si può ben immaginare quando si parla di paesi emergenti e in via di sviluppo, la sfida è dura, dato che l’India si è piazzata al 115° posto nella classifica globale della velocità di Internet (sì, per fortuna c’è qualcuno che sta peggio dell’Italia), tralasciando inoltre il fatto che solo poco più di cento milioni di cittadini dell’intera popolazione indiana, che consta di ben 1.3 miliardi di abitanti, riesce ad usufruire della connessione di rete minima, ovvero con velocità di download di 512 kbps (kilobyte al secondo).

Vari analisti della Telecom sono stati alquanto ottimisti, poiché, secondo i loro calcoli, la rete Internet domestica indianaverrà potenziata trai due e i venti Mbps (megabyte al secondo) entro il 2017. Staremo quindi a vedere se e soprattutto quando le promesse di Narendra − da molti ormai soprannominato cyber premier − verranno mantenute, incrociando le dita per l’intera India.

Redazione

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