Il Premio Nobel Vargas Llosa: “La stampa è preda del pettegolezzo e della banalità”

di Luigi Caiafa, in Media, del 5 Nov 2016, 11:16

«La diffusione virale del pettegolezzo è un fenomeno che non riguarda soltanto la stampa. Certo, la rivoluzione tecnologica ha messo il giornalismo alla portata di tutti. Ma se il sensazionalismo si rafforza è anche perché nella cultura del nostro tempo l’intrattenimento, il divertimento sono diventati priorità assolute». Sono queste le parole del Premio Nobel per la letteratura Mario Vargas Llosa riportate in una recente intervista pubblicata sul Venerdì di Repubblica, in occasione dell’uscita del suo ultimo romanzo, Crocevia, in cui racconta il Perù degli anni Novanta e del dittatore Alberto Fujimori, quando il Paese attraversò una delle fasi più buie, tra terrorismo mediatico, corruzione, sesso e violenza.

«Il gossip – prosegue lo scrittore – è un fenomeno interessante perché ha assunto le dimensioni di un fatto culturale universale. Attrae ogni tipo di pubblico, dalla gente semplice a quella più raffinata. E ha finito per contaminare anche la stampa più autorevole.»

Autore di capolavori come La città e i cani, La zia Julia e lo scribacchino, La Casa Verde e Elogio della matrigna, non è la prima volta che lo scrittore peruviano affronta un tema così scottante, le cui derive sembrano inarrestabili. Nel 2013, infatti, la casa editrice Einaudi pubblicò un suo brillante saggio dal titolo La civiltà dello spettacolo (La civilización del espectáculo, Ediciones Alfaguara, 2012), che si apriva con preambolo piuttosto inquietante: «Oggi la cultura, nel senso attribuito per tradizione a questo vocabolo, è sul punto di scomparire. O forse è ormai scomparsa».

Con lucida razionalità e impeccabile spirito di osservazione il volumetto di Vargas Llosa, che richiama La Société du Spectacle di Guy Debord del 1967, analizzava proprio il potere smisurato della stampa scandalistica e della “cultura” dell’intrattenimento nel mondo contemporaneo, avvilito da un torbido e inesorabile declino culturale – agli occhi di molti quasi impercettibile, ma che sembra aver contaminato l’intero panorama mediatico – che continua ancora oggi a diffondere la sua dispotica mediocrità ai danni di una società in preda al pettegolezzo sfrenato e in cui le istituzioni culturali sopravvivono soltanto come primitivi simulacri privi di spessore.

Non un semplice saggio critico, dunque, ma un vero e proprio campanello d’allarme che, a distanza di quattro anni, in un sistema dominato dal banale intrattenimento, è rimasto del tutto inascoltato.

Luigi Caiafa

Luigi Caiafa nasce in Puglia nel 1985. Dopo aver conseguito la laurea magistrale in Archeologia e Storia dell’arte antica presso la Sapienza, Università di Roma, inizia un percorso di formazione in ambito editoriale. Da gennaio 2016 collabora con la casa editrice Historica e la rivista online Cultora.