Il Bel Paese, nuovo set cinematografico a cielo aperto: il miracolo pugliese e la potenziale ascesa della città dei sassi

“Esistono solo due città al mondo dove si respira e si può fare cinema: una è New York, dove tutto è cinema. Times Square, Central Park, persino i taxi (yellow cab), l’altra è (ovviamente) Roma, la città eterna”, cosi affermava Dino De Laurentis, il grande produttore cinematografico scomparso nel 2010.
Tuttavia la storia sembra essere davvero cambiata, e le parole di De Laurentis non trovano più riscontro nella odierna realtà cinematografica italiana, dove tutta la nostra bella penisola in questi ultimi anni è diventata un vero e proprio set cinematografico a cielo aperto, da nord a sud. I mille volti dell’Italia: i meravigliosi parchi naturali, le acque cristalline, l’Italia delle città d’arte e dei borghi medievali, delle tradizioni e del folclore si ritrova nelle pellicole del grande (e del piccolo) schermo in tutta la sua bellezza.
Questa riscoperta della Penisola ha interessato non solo gli autori nostrani ma anche le mega produzioni internazionali, infatti proprio dai primi giorni di febbraio, la Capitale della Cultura Italiana 2019, l’affascinante Matera si ritrova ad ospitare il set di Ben Hur. Divi del calibro di Morgan Freeman, Rodrigo Santoro, Jack Huston e Olivia Cooke si aggirano proprio in questi giorni nella Città dei Sassi, dove saranno girati gli esterni del colossal biblico. La produzione del remake resterà in Italia fino a metà marzo e richiederà circa 2500 comparse, già selezionate nel capoluogo lucano prima di Natale.
Nel viaggio alla scoperta di nuovi e inediti set italiani, la regione Puglia occupa i primi posti in classifica, rivelandosi una “regione tutta da girare”: dal Gargano all’estremo tacco di Italia, non c’è più un solo lembo di terra che non sia stato immortalato in un lungometraggio. Citiamo solo alcune delle numerose pellicole che hanno visto la regione Puglia non solo come mero sfondo e set ma anche come vero e proprio protagonista: Pizzicata, Galantuomini e Il Miracolo di Edoardo Winspeare, Italian Sud Est della Fluid Video Crew, Fine pena mai di Davide Barletti e Lorenzo Conte , Manuale d’amore 2 di Giovanni Veronesi, Ne te retourne pas di Marina De Van, Mine Vaganti e Allacciate le cinture di Ferzan Ozpetek, La vita facile di Lucio Pellegrini, Mio cognato e La capa gira di Alessandro Piva, Il viaggio della sposa, Tutto l’amore che c’è e La terra di Sergio Rubini e ancora le fiction TV Il commissario Zagaria, Tutta la musica del cuore e Braccialetti rossi.
I meriti di questa “sovraesposizione cinematografica” della Puglia sono tanti, le sue bellezze naturalistiche in primis, la varietà degli scenari suggestivi e seducenti, i colori e i riflessi di luce, le sfumature del suo mare, il biancore dei centri storici, il calore e l’accoglienza della sua gente.
Tuttavia oltre ai tanti talenti naturali che la regione Puglia può a ben diritto vantare, il merito indiscusso va anche alla volontà politica dell’amministrazione regionale di lanciare l’industria cinematografica attraverso la creazione dell’Apulia Film Commission, nata nel 2007 con l’obiettivo di attrarre le produzioni audiovisive grazie alla competitività dei servizi, alla professionalità delle maestranze e all’abbattimento dei costi di trasferta, cast, troupe e location scouting del territorio, dotandosi dei cine-porti di Bari e Lecce, di un Film Fund, di un circuito di Sale di Qualità, di una rete di festival, creando un vero e proprio “sistema cinema”. L’esperienza virtuosa dell’Apulia Film Commission, di valorizzazione del territorio, lascia ben intravedere le ricadute positive in termini occupazionali, di turismo ed economici in senso lato di queste scelte lungimiranti e visionarie, e lascia ben sperare che possa essere presa d’esempio da altri territori della penisola, magari proprio dalla Città dei Sassi, che si appresta a vivere anni interessanti di grande crescita e fermento culturale.

Redazione

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