I 4 motivi per cui Orwell ha iniziato a scrivere

di Luigi Caiafa, in Letteratura, del 13 Mag 2016, 09:48

Nell’estate del 1946 la modesta e fugace rivista “Gangrel” pubblica un articolo dal titolo Why I Write (“Perché scrivo”). L’autore dell’articolo è un giornalista e scrittore britannico all’apice della sua carriera. Il suo nome è Eric Arthur Blair, in arte George Orwell. Aveva da poco pubblicato il controverso romanzo satirico La fattoria degli animali, un successo clamoroso, e si accingeva a scrivere il suo capolavoro, 1984.

In questo breve articolo Orwell offre diversi spunti di riflessione e rivela la sua idea di scrittura, la sua concezione estetica, ed elenca quattro principali motivazioni che inducono una persona a cimentarsi nell’arte della scrittura. Ecco cosa scrive:

A prescindere dalla necessità di sbarcare il lunario, penso che quattro siano le grandi motivazioni che inducono a scrivere, o perlomeno a scrivere in prosa. Sono presenti in grado diverso nei singoli scrittori, ma anche in uno stesso scrittore le proporzioni varieranno a seconda dell’atmosfera in cui si trova a vivere.

  1. Puro e semplice egoismo. Desiderio di apparire intelligenti, far parlare di noi, farci ricordare dopo morti, rivelarci sugli adulti che ci hanno ignorato durante l’infanzia, eccetera, eccetera. È ipocrita fingere che questa non sia una motivazione, e anche forte. Gli scrittori condividono quest’impulso con gli scienziati, gli artisti, i politici, gli avvocati, i militari, gli uomini d’affari di successo: in breve, con tutti coloro che occupano le posizioni più elevate.
  2. Entusiasmo estetico. La percezione della bellezza del mondo esterno, o anche delle parole e della loro giusta disposizione. Il piacere che si trae dall’impatto tra suoni diversi, dalla solidità di una buona prosa o dal ritmo di una buona storia. Il desiderio di condividere un’esperienza avvertita come inestimabile e imperdibile.
  3. Impulso storico. Il desiderio di vedere le cose come sono, di scoprire la verità dei fatti e tenerla in serbo per la posterità.
  4. Intento politico (nel senso più ampio possibile del termine). Il desiderio di spingere il mondo in una determinata direzione, di cambiare l’idea che gli altri hanno del tipo di società cui dovrebbero tendere. Non esiste un libro autenticamente immune da pregiudizi politici. La posizione secondo cui l’arte non dovrebbe aver niente a che fare con la politica è già una posizione politica.

Luigi Caiafa

Luigi Caiafa nasce in Puglia nel 1985. Dopo aver conseguito la laurea magistrale in Archeologia e Storia dell’arte antica presso la Sapienza, Università di Roma, inizia un percorso di formazione in ambito editoriale. Da gennaio 2016 collabora con la casa editrice Historica e la rivista online Cultora.