Ecco la guida per comunicare tramite faccine. Intervista ad Alberto Fezzi

Viviamo nell’era dell’immediatezza e della frenesia. Cambiamo partner con la stessa frequenza di paia di scarpe, siamo svegli 19 ore al giorno per poter fare più cose possibili nello stesso momento e, soprattutto, comunichiamo alla velocità della luce. Sebbene ognuno di noi sia ormai raggiungibile dovunque, da chiunque e in qualsiasi momento, la tecnologia ci fa scoprire sempre nuovi mezzi e nuovi modi per comunicare in modo più rapido possibile. Ciò ha portato alla costituzione, a partire dalla generazione SMS, di un vero e proprio linguaggio parallelo, un modo di esprimersi alternativo fatto di abbreviazioni lessicali e faccine che testimonino il nostro stato d’animo impossibile da percepire tramite il freddo schermo dello smartphone. C’è chi ha pensato persino di stilare una guida per l’utilizzo, intitolata appunto “Faccine”. L’autore del libro, Alberto Fezzi, ci ha rilasciato in esclusiva l’intervista che vi proponiamo di seguito:

  • Come nasce l’idea del libro “Faccine”?

Il libro è nato da un post ironico che ho pubblicato sul mio blog, una guida satirica al significato degli emoticon. In poche settimane il post ha avuto circa 30.000 visualizzazioni, allora ho proposto al mio editore Francesco Giubilei di farne un libro, e lui, che è sempre sul pezzo, lo ha pubblicato. Ora vanta numerosi tentativi di imitazione, ma io e Francesco siamo arrivati prima. E siamo anche molto più simpatici, diciamolo!

  • Qual è il significato delle “faccine”? Perché le persone farciscono i propri messaggi con queste piccole immagini?

Il motivo plausibile credo sia dare una forma plastica ai propri messaggi, comunicare graficamente il tono complessivo del messaggio, che magari potrebbe sfuggire all’interlocutore. Questo utilizzo poi, in molte persone, degenera e porta alla più totale fesseria, perché, come si sa, la fesseria è leggera e non impegna.

  • Come la tecnologia sta cambiando il modo di fare comunicazione?

Certamente la tecnologia aiuta e velocizza la comunicazione, ma in molti casi la svuota: c’è chi ormai non sa più scrivere tre parole sensate una dietro l’altra e parla solo a faccine che sorridono, pollici alzati e boccali di birra che fanno cin cin. Il mondo è fuori da quel telefono, ragazzi.

  • Complessivamente, la tecnologia aiuta od ostacola la comunicazione?

Come ho detto, la aiuta e la ostacola insieme. Diciamo che aiuta le persone intelligenti, e rende gli ignoranti ancora più ignoranti.

  • I cambiamenti che la tecnologia determina riguardano, oltre che la comunicazione, anche la lingua? In che modo?

Nel caso degli emoticon, è certamente cambiata la lingua ed è cambiata in peggio, perché tante persone non utilizzano più una lingua, ma solo un insieme di simboli e faccine, per lo più votato all’idiozia: per loro l’alfabeto è A, B, C, CORIANDOLI E STELLE FILANTI, D, E, F, FACCINA CON DUE CUORI AL POSTO DEGLI OCCHI, G, H, I, e così via.

  • I cambiamenti nella comunicazione e nell’uso della lingua allungano le distanze tra i giovani e gli anziani, più restii all’uso della tecnologia? Se sì, crede sia ancora possibile accorciarle?

Sicuramente allungano e allargano le distanze, anche perché molti anziani nemmeno sanno cosa sia WhatsApp, e non credo che il divario sia colmabile. Credo comunque che la partita più importante sia tra furbi e stupidotti, e i secondi tendono irrimediabilmente a vincere.

  • La tecnologia influisce nella genesi di un libro? E nell’attività di uno scrittore? Se sì, in che modo?

Da un computer si può scrivere un libro, fare le ricerche necessarie, promuoverlo, e molte altre cose utili alla scrittura di un libro, quindi la tecnologia è molto utile a uno scrittore. Certo, poi dev’esserci uno scrittore.

  • C’è un messaggio per il lettore dietro la guida alle faccine di Whatsapp?

La guida punta solamente a far ridere il lettore, è nata per quello. Certo, dietro le risate, è una presa in giro di chi ha sostituito le parole, anche le più belle, con dei fessi emoticon. Ho scoperto poi che c’è gente che si interroga, seriamente, sul significato di una certa faccina o di quella faccina utilizzata insieme ad un particolare simbolo. Si chiedono proprio, seri: secondo voi cosa vuol dire la faccina con le gote rosse che manda un bacio? E se la faccina si trova a fianco a un pollice alzato? Questa è la realtà che supera la fantasia, ed è ovviamente la cosa che mi fa più ridere, perché quando pensi che il genere umano non possa fare di più, ecco che ti stupisce ancora una volta.

  • In fondo, le persone comunicano ancora?

Secondo me comunicano meno, e peggio. Se posso dare un consiglio: scrivete lettere, cantate canzoni sotto le finestre, dite le cose a quattr’occhi, sotto le stelle. Nel 99% dei casi non funzionerà, ma quell’1% sarà fantastico.

Redazione

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