Circolo letterario 3.0: i libri scelti da Mark Zuckerberg per A Year of Books

Un libro ogni quindici giorni, da leggere e discutere con utenti e autori, quando possibile. Un circolo letterario che, superando salotti e forum, diventa 3.0: la pagina Facebook A Year of Books diMark Zuckerberg ha raggiunto quasi 400 mila like dalla sua apertura a gennaio, sebbene la partecipazione concreta non sia all’altezza di questo numero. Un successo a metà, ma che prosegue dritto nel tentativo di “ampliare la vostra mente” a sentire lui, portare avanti un’operazione commerciale secondo altri.

I libri accrescono il lessico, e il lessico è la base per fare una buona impressione ed esprimersi al meglio. Inoltre sviluppano la conoscenza”. Sembra una di quelle raccomandazioni che sentivamo da piccoli, invece è Zuckerberg a dirlo, aggiungendo: “Non importa il genere, è estremamente facile perdersi in un buon libro”. Ancora nessun romanzo, ad oggi la lista è formata da una serie di saggi sulla società.

Le scelte di gennaio sono due opere del 2013:

  • La fine del potere, del giornalista e “leader del pensiero” Moisés Naím, tratta come i cambiamenti socio-culturali abbiano inciso sul potere, rendendolo “più facile da ottenere, più difficile da usare e più semplice da perdere”.
  • Il declino della violenza di Steven Pinker sostiene che la violenza e il terrorismo di oggi siano nulla rispetto ai secoli passati e che questa sia “l’era più pacifica della storia della nostra specie“.

Nella lista di febbraio:

  • Gang Leader for a day (2008), in cui il sociologo Sudhir Venkatesh racconta gli studi effettuati all’interno di una banda di spacciatori di crack.
  • On Immunity: an inoculation (2014) di Eula Biss, saggio sulle paure che riguardano la salute, soprattutto dei bambini, e le vaccinazioni.

A marzo Zuckerberg ha scelto:

  • Verso la creatività e oltre (2014) di Edwin Catmull, presidente Pixar e Disney Animation, è un “manuale di chi lotta per la creatività” con aneddoti sulle strategie che hanno portato la Pixar al successo.
  • La struttura delle rivoluzioni scientifiche (1962) di Thomas Kuhn, primo classico della lista che sostiene come la scienza sia soggetta a rivoluzioni periodiche che necessitano un cambiamento dei linguaggi e del modo di pensare. Un inno a investire maggiormente sulla scienza, secondo Zuckerberg.

L’ultimo libro, che ha aperto aprile:

  • Rational ritual (2013) di Michael Chwe, analisi del concetto di “conoscenza comune” nei rituali lontani per cultura e periodi storici. Secondo Chwe, il potere delle cerimonie pubbliche non viene dall’alto ma è orizzontale, deriva dalla consapevolezza della partecipazione altrui, così anche il Super Bowl americano si trasforma in un rituale. L’era digitale, aggiunge l’autore, non fa che ampliare e aiutare la diffusione di queste cerimonie.

Per questo libro, come quasi per tutti gli altri prima, Zuckerberg sta già raccogliendo le domande a cui l’autore risponderà.

Valeria Giuffrida

Valeria Giuffrida, nata a Catania. Ha studiato Lingue e Comunicazione. Blogger, appassionata di narrazione e mescolanza tra linguaggi comunicativi, ha frequentato diversi corsi nel settore del teatro, del cinema, della radio, della scrittura creativa. Ha collaborato per due anni con Step1 magazine, occupandosi di cultura, cronaca, interviste, video inchieste. Insieme ad un gruppo di studenti del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania, ha fondato Smanews, progetto radiovisivo di informazione e satira.