Challenge, Prank, Gaming: basta con l’utilizzo dell’inglese a sproposito

Challenge, prank, gaming… Nel mio ultimo video me la prendo con quelli che usano continuamente parole inglesi a sproposito. Internet sembra diventato il luogo in cui qualunque cosa va detta in inglese, altrimenti perde sapore lei e diventi un ignorante tu.

E questo è particolarmente noioso quando è promosso da quelli che l’inglese non lo sanno. Ecco allora che saltano fuori improbabili pronunce che trasformano termini inglesi in “ciàlleng”, “prenk”, “quvote”, “atin”… L’inglese parlato da chi non lo sa non fa rabbrividire solo Shakespeare, ma anche chiunque lo ascolti.

C’è un libro che ne parla, ITALIANO URGENTE, di Gabriele Valle.

Tutto questo ci mostra che ci manca una consapevolezza semplice e dritta: l’italiano è la lingua più nobile del mondo. Per secoli interminabili è stata la lingua della musica, dell’arte, della letteratura. Italiano significa bello. Italiano significa affondare le radici in secoli gloriosi.

E invece noi ci sentiamo fighi se invece di dire “sfida” diciamo “challenge” o se invece di “scherzo” diciamo “prank”.

L’elenco di questi obbrobri linguistici è infinito. Diciamo “fertility day” quando potremmo benissimo dire “giorno della fertilità”, diciamo “new economy” anche se sarebbe chiarissimo anche “nuova economia”.

E dillo in italiano! L’italiano che parla inglese senza saperlo fa ridere. Dimostra un provincialismo selvaggio nel suo lato più deteriore.

Leggere è importante, ed è l’unico modo che abbiamo per sfuggire a questo complotto linguistico che ci mette sulla lingua un idioma che non è il nostro e che tra l’altro mal si adatta alle nostre sonorità.

Su youtube poi questo fenomeno è sfuggito di mano. I challenge saranno divertenti, ma lo restano anche se le chiami “sfide”. I prank faranno ridere anche quando li chiami scherzi. E a clash royale puoi avere successi anche se lo chiami gioco e non gaming.

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