Bene chiudere Virus, ma anche gli altri. Ipotesi Topo Gigio per Ballarò…

Se la chiusura di Virus fosse propedeutica a quella di Ballarò e Agorà ci sarebbe di che festeggiare. E invece no. Chiude, per ora, solo il programma di Nicola Porro e senza, per ora, una spiegazione plausibile. Di sicuro non chiude per gli ascolti: spesso e volentieri è andato meglio di Ballarò, dunque da questo punto di vista la decisione sembra non avere senso. E invece un senso ce l’ha e va ricercato probabilmente proprio nella notizia contraria, e cioè quella secondo la quale il talk show del martedì su Raitre invece non chiuderà.

Virus non è il peggiore dei talk. Anzi. È quello che fa meno “pollaio”, che mira di più sugli ospiti lasciandogli spazio a sufficienza per argomentare un tema ed evita quasi sempre le risse. Ha sempre fatto ascolti dignitosi, di poco sopra la media generale e comunque migliori di Ballarò. Il suo conduttore, Nicola Porro del Giornale, è uno dei pochi che pur arrivando dalla carta stampata ha dimostrato una qualche dimestichezza davanti alle telecamere. A differenza del disastroso Massimo Giannini, tanto per fare un esempio “inedito”. Però chiudono Porro. Anzi, lo “riformano”, perché pare che Raidue potrebbe proporgli un altro programma, la domenica sera, praticamente concomitante con Fabio Fazio su Raitre. Una sorta di suicidio. Resta da capire se il conduttore abboccherà. Speriamo proprio di no. Porro dovrebbe puntare i piedi e controproporre fasce d’ascolto più adeguate agli approfondimenti, ad esempio la seconda serata, ovvero il regno di Vespa, magari evitando i giorni di Porta a Porta su Raiuno. Ma questo è il futuro.

Restando al presente, a questo punto vale la pena fare qualche ragionamento su cosa resta dopo Virus. Intanto il già citato Ballarò. La nuova governance Rai vorrebbe provare a cambiarne la pelle, “alleggerirlo” nella conduzione e diversificarne il contenuto. Facile a dirsi, difficile a farsi soprattutto in assenza di un progetto. E infatti al momento si parla solo di conduttori, e non di scalette e contenuti. Si era partiti dal defenestrato direttore di rete Andrea Vianello, ma ci si è resi subito conto che un braccio di ferro con Bianca Berlinguer – che viene data in uscita dalla direzione del Tg3 – avrebbe lasciato sul terreno molte vittime. La Berlinguer vuole andare in video. Punto. E allora si è fatto il nome, subito ritirato, di Alessandro Cattelan, che in realtà sta bene a Sky. Dunque che fare? Unica cosa certa è il ritorno a Repubblica di Massimo Giannini. Nelle ultime ore si parla addirittura di Pif. Insomma, si brancola nel buio, e sempre e comunque in assenza di progetto e linea editoriale. Non andrebbe esclusa, a questo punto, una ipotesi conduzione per Topo Gigio (che di certo non sfigurerebbe)!

Scherzi a parte, sta tutta qui la crisi dei talk show: nel fatto che nessuno – specie in Rai – ha idea di come affrontarla. Perché, tanto per affondare un altro po’ il coltello, che senso hanno le mattinate di Agorà che di primo mattino continua a trascinare stanchi dibattiti conditi alla meno peggio di luoghi comuni e titoli letteralmente raccapriccianti?! Nessuno, se non l’autoreferenzialità senza speranza di politici e commentatori che pur di andare in studio accetterebbero di parlare di qualunque cosa. Un vero peccato, tante ore di televisione davvero sprecate. Tanto varrebbe rimettere in onda al mattino presto anche i cartoni animati. Se passasse l’idea di Topo Gigio in prima serata, non sarebbe male iniziare la giornata con la simpatica e rassicurante Heidi!

Gennaro Pesante

Gennaro Pesante

Gennaro Pesante, nato a Manfredonia nel 1974. Giornalista professionista, vive a Roma dove lavora come responsabile dei canali satellitare e youtube, e come addetto stampa, presso la Camera dei deputati.