Avarizia. Le carte che svelano ricchezza, scandali e segreti della Chiesa di Francesco

Gli scandali economici della Chiesa non sono un mistero. In un modo o nell’altro, tutti noi avevamo già sentito parlare dei superattici, delle ruberie, delle irregolarità, dell’avarizia (appunto, e non è un caso che Fittipaldi abbia scelto uno dei vizi capitali come titolo per questo suo lavoro) e di tutto il resto: cose apertamente in contrasto con i dettami della Chiesa, che predica onestà, altruismo e generosità.

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Eppure, pur non essendo digiuna dell’argomento, ho letto cose che mi hanno molto turbata. Cose da mettersi le mani nei capelli. Perché un conto è sapere che anche gli alti prelati della Chiesa, visto che sono uomini come tutti gli altri, rubano e mentono. Un altro conto è trovarsi di fronte ai numeri. Ai precisi rendiconti su cosa si sono comprati con le offerte della domenica (vai a fare beneficenza, vai…). Allo sfruttamento della fiducia dei credenti e alla pianificazione di un piano perfetto per fare soldi. Ai costi (migliaia di euro) per un mobile o una veste di chi fa in modo di vivere nel lusso più sfrenato mentre la gente che lo ritiene un simbolo di Dio fa i salti mortali per mettere in tavola un piatto di pasta. Sono cose che fanno impressione, e ci mancherebbe che non fosse così. Sono momenti che fanno riflettere su quanto e come la corruzione sia ovunque, perfino fra le righe di una preghiera recitata con convinzione solo apparente.

Fra donazioni e ospedali, fra conti correnti segreti e compravendite immobiliari, fra un accordo e un segreto, i princìpi più puri cadono sotto i colpi della disonestà. Che non è solo quella degli uomini “comuni”: è quella di uomini che si approfittano della buona fede altrui. Il che, se possibile, rende la disonestà ancora più… disonesta. Emiliano Fittipaldi si basa sui documenti legati al famoso caso “vatileaks”, svelando il contenuto di bilanci, relazioni e dichiarazioni interni al Vaticano. Documenti dai quali emergono i dettagli di una grande truffa, il concreto valore del patrimonio della Chiesa (roba da far impallidire gli uomini più ricchi del mondo e i sogni più sfrenati), il prezzo corrente di una beatificazione e di una santificazione. Perché pare che in Vaticano, come nel resto del mondo, tutto abbia un prezzo, perfino le pratiche necessarie a diventare santi. Con la differenza che il resto del mondo, almeno in parte, non si premura di predicare ogni domenica valori in aperto contrasto con lo stile di vita di una sostanziosa parte degli ecclesiastici.

Incluso l’uomo scelto da Papa Francesco per rimettere in ordine i conti del Vaticano mentre proprio Francesco, uno dei Papi destinati a lasciare il segno nella storia per modernità e voglia di rinnovare la Chiesa, sottoscrive le accuse contro i giornalisti italiani – e Fittipaldi è uno di loro – che hanno diffuso i documenti dello scandalo. Documenti di cui sono entrati in possesso perché qualcuno ha fatto in modo che ne entrassero in possesso. E invece di celebrare il tanto sbandierato amore per la verità, ci si scandalizza e ci si indigna.

Fortuna che noi italiani restiamo sempre italiani, nel bene e nel male, e sappiamo riderci su. Anche di fronte alla più cocente delle delusioni. E siamo capaci di organizzare sui social finti eventi come il mega party a casa di Bertone per l’ultimo dell’anno. Perché, a volte, metterci le mani nei capelli, o scherzarci sopra, è tutto ciò che possiamo fare. Anche quando si tratta dei nostri soldi e della nostra buona fede.

Redazione

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