L’amore madre-figlia in Berthe Morisot

Il quadro protagonista di oggi è La culla, della pittrice francese Berthe Morisot, realizzato nel 1872 e oggi conservato nel Musée d’Orsay di Parigi.

Il dipinto è una scena intima e privata nel quale la pittrice ritrae una madre nell’atto di osservare la propria figlia mentre dorme. In primo piano, la pittrice mette la culla che ha una sorta di baldacchino dal quale discende un velo leggero e trasparente che protegge l’ addormentata. Noi osservatori, come la figura della madre guardiamo, e in un certo senso, vigiliamo sulla bambina che riposa beata, come lo testimonia l’espressione dolce e tranquilla del suo volto.

La giovane indossa abiti dal taglio tipicamente ottocentesco. Se guardiamo la sua veste a righe blu e nere ci rendiamo conto che essa è in perfetta sintonia con le parti dipinte di scuro della tela e con il laccio che circonda il collo della figura femminile stessa. Inoltre, la camicia di pizzo della donna ha la stessa consistenza leggera dalla tenda che copre la culla e del tendaggio che le sta dietro le spalle. Questa madre è Edma, la sorella della pittrice, e lei poggia la mano destra sulla culla giocando con la tenda e tenendola, come per evitare che essa possa cadere e lasciare scoperta la piccola dormiente. Con la sinistra, la donna si sorregge il mento e se guardiamo la bambina nella culla notiamo che anche lei, come la mamma,ha un braccio piegato. Un dettaglio usato dalla M. per rilevare l’empatia e l’affinità psicologia tra mamma e figlia.

La Morisot definisce la figura femminile attraverso lineamenti dolci e delicati. Il volto è dipinto di profilo e dall’incarnato bianco, dove noi notiamo le labbra rosse e vive. La mamma guarda con scrupolosa attenzione la propria figlia, la osserva per vedere se dorme in modo pacifico.

Per quanto riguarda la tecnica pittorica le pennellate rapide, luminose e molto fluide usate dalla Morisot per definire le figure e il fondo della tela ricordano molto da vicino Édouard Manet,, che la pittrice conosceva bene in quanto suo cognato. Altro elemento ereditato da Manet è l’utilizzo del colore nero che riluce ai nostri occhi grazie all’accostamento ai colori chiari come il bianco e anche, secondo me, l’aver scelto un’atmosfera familiare come soggetto da narrare attraverso forme e colori.

Il dipinto venne esposto durante la prima mostra dell’Impressionismo nel 1874. La critica ufficiale e i giornali attaccarono l’opera, ma dal mio punto di vista è la rappresentazione più pura ed intimistica del legame, della protezione e dell’amore profondo e viscerale che lega una donna al propria bambina.

Berthe Marie Pauline Morisot, pittrice impressionista, nacque nel 1841. Nel 1852 la M. aveva 16 anni e iniziò a seguire corsi di disegno assieme alle due sorelle, Yves e Edma. I genitori, notando le sue capacità, la incoraggiarono a proseguire gli studi artistici e accolsero volentieri i suoi amici pittori, tra cui Edgar Degas e il pittore Henri Fantin-Latour che le presenterà Édouard Manet. In quanto donna, Berthe non poteva essere accettata all’École des Beaux-Arts e studiò privatamente con il pittore accademico Joseph Guichard, il quale le fece conoscere, nel 1861, presento Corot che le diede la prima formazione e le insegnò a dipingere all’aperto. La M. cominciò ad esporre e a produrre sempre più opere e nel 1874. La M. sposò il fratello di Manet, Eugène, pittore anche lui, dal quale, ebbe una figlia, chiamata Julie. Nel febbraio del 1895 Berthe si ammalò. Inizialmente non era in condizioni gravi, ma il sopravvenire di una polmonite fece precipitare gli eventi.