Art in Pills: Gino Galli e gli studi sulla luce e movimento

di Viviana Filippini, in Arte, Blog, del 23 Ott 2016, 11:28

Insieme dinamico e coloristico di una pesciera

La pittura di Gino Galli e gli studi sulla luce e movimento

Ci sono dei dipinti che a volte ci spiazzano, perché in essi nostri occhi si perdono con piacere nelle forme e nei colori rappresentanti, nel tentativo di comprendere cosa il pittore voglia comunicare a chi osserva. Un quadro che ho visto di recente e che mi ha affascinato è Insieme dinamico e coloristico di una pesciera, un olio su tela di Gino Galli, realizzato nel 1915. La tela è di proprietà dei Civici Musei di Brescia.

Nel quadro Galli, artista romano vicino al movimento del futurismo, propone una boccia di vetro con dentro dei pesci rossi. L’immagine è vista da una prospettiva dall’alto, in modo tale che l’osservatore veda la boccia di vetro e dentro i pesci rossi che sguazzano nell’acqua. Attenzione, Galli, come detto prima è un artista del Futurismo , in particolare risentì dell’influenza di di Giacomo Balla, e in questo dipinto lo studio sul movimento e sulla sua scomposizione in fasi è ben presente. Lo testimoniano i pesci nella boccia. Alla nostra destra compiano una serie di musetti di pesce, poi si notano quattro pesciolini rossi e un altro pesce che sembra tagliato in due dal collo del vaso. Questi animali dell’acqua, non sono in sovrannumero, ma sono rappresentati mentre si stanno muovendo, quindi l’artista li riproduce in serie per farci comprendere il senso di sfarfallio rapido del pesce che nuota dentro nell’acqua della boccia.

Non solo, perché Galli fa questo dipinto per riflettere anche sul gioco di trasparenze e riflessi che scatena la luce attraversando il vetro trasparente. Guardando bene l’immagine, in dettaglio, oltre al vaso si notano anche un piatto, sotto il vaso, e la superficie del piano di appoggio (un tavolo si direbbe dal colore). Tutto è rappresentato in modo tale che lo sguardo dello spettatore attraversi i diversi piani (dall’alto del collo del vaso, fino alla tavola) e materiali (vetri, acqua, legno), per comprendere come la percezione degli oggetti si trasformi quando viene modellata dalla luce.

La luce è una componente fondamentale, in quanto essa si irradia su tutta la scena e crea quegli effetti di onde e linee colorate, costituite da colori primari (rosso, giallo, blu) e secondari (verde, arancio e blu-violetto), che si affiancano l’uno con l’altro senza fondersi tra loro. Questa intricata trama di filamenti colorati sono la rappresentazione degli effetti che la luce crea attraversando il vetro puro e trasparente. La flessuosità delle rifrazioni crea una sorta di effetto deformante della visione, scatenato dall’osservare il mondo attraverso il vetro.

Gino Galli, nato a Roma nel 1883, si forma nell’ambiente artistico romano del nei primi trent’anni del ‘900. Fu allievo di Giacomo Balla e suo collaboratore nella ricerca sulle compenetrazioni luminose e iridescenti . Nel 1914 espose diversi quadri, all’Esposizione libera Futurista Internazionale, allestita alla Galleria Futurista di Giuseppe Sprovieri. Nel 1919 espose alla Grande Esposizione Nazionale Futurista al Salone di Palazzo Cova a Milano e allestì una personale alla Casa d’Arte Bragaglia. Svolse all’attività di illustratore e nel 1920 diresse, con alcuni colleghi futuristi (Balla, Bottai e Rocca), la rivista Roma Faturista, dai numeri 53 al 72. Restò sempre attivo nel mondo dell’arte e partecipò a molte esposizioni del movimento futurista, morì a Firenze nel 1954.