Arcadia, il primo libro “nativo digitale”

C’è un nuovo modo di leggere, lo promette la Faber & Faber: la nota casa editrice britannica ha lanciato lo scorso 20 agosto un’app per iPad che sarà la chiave per comprendere Arcadia, il nuovo romanzo di Iain Pears in uscita il 3 settembre.

Non è la prima volta che la tecnologia si unisce alla letteratura, ma qui non si tratta di un software basato su un’opera cartacea preesistente: Arcadia è stata pensata e scritta per essere abbinata a un’app.

Famoso per i suoi romanzi dalle strutture complesse, Pears ha utilizzato il lavoro degli sviluppatori per dare origine a un libro che si snoda su dieci livelli narrativi. Come ha scritto un paio di giorni fa sul Guardian: “Ho intrapreso questo progetto perché avevo raggiunto il limite e volevo scrivere qualcosa di ancora più complesso. Ho pensato a come rendere la vita più facile ai miei lettori e come creare una storia dove ogni racconto sia completo ma potenziato se mescolato agli altri“.

Con più parole del libro stesso (250 mila contro le 180 mila del romanzo), l’app di Arcadia contiene racconti supplementari ma, cosa più importante, offre l’opportunità di avere una visione d’insieme, una mappa che traccia il percorso di ognuno dei dieci personaggi e chiarisce come le loro strade si intersecano. Dai tragitti che il lettore deciderà di seguire, verrà fuori una lettura personalizzata, anche nella definizione del genere letterario: il primolibro nativo digitale è il primo ad essere multigenere. “Il modo in cui ogni livello può essere mescolato o lasciato separato” scrive ancora Pears, “libera da tutte quelle catene conosciute come generi. È un libro di spionaggio, fantasy, storico, romantico, mitologico e fantascientifico“.

Si parte da un autore che scrive una storia di spie. Da lì si possono seguire le sue vicende, quelle dei personaggi da lui creati o degli altri che popolano Arcadia, tra cui una ragazza che si ritrova in un nuovo mondo e uno scienziato che cerca di provare l’inesistenza del tempo. Personaggi che per un lettore saranno minori, per un altro diventeranno centrali. Il modo in cui saranno percepiti dipende da quanto si è letto e dove si è diretti, se in linea retta o saltando da un percorso a un altro. Quasi come un multiverso quantistico, dove le possibilità sono infinite e la realtà è determinata dall’osservatore.

In attesa di sapere se Arcadia resterà una chicca per i fan o se sarà una rivoluzione nella letteratura, Pears paragona il suo progetto all’evoluzione del Cinema: “Agli inizi i registi mettevano la macchina da presa davanti a un palco e filmavano uno spettacolo. C’è voluto tempo perché capissero che sfruttando le possibilità tecnologiche – montaggio, primi piani, uso della luce e così via – potevano creare una nuova forma d’arte che non rimpiazzava il teatro ma faceva cose che il teatro non riusciva a fare“.

Valeria Giuffrida

Valeria Giuffrida, nata a Catania. Ha studiato Lingue e Comunicazione. Blogger, appassionata di narrazione e mescolanza tra linguaggi comunicativi, ha frequentato diversi corsi nel settore del teatro, del cinema, della radio, della scrittura creativa. Ha collaborato per due anni con Step1 magazine, occupandosi di cultura, cronaca, interviste, video inchieste. Insieme ad un gruppo di studenti del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania, ha fondato Smanews, progetto radiovisivo di informazione e satira.