Analisi dell’industria creativa e il digitale: vantaggi e svantaggi

Libro vs e-book. Una guerra dichiarata… ma di chi? Di certo non dal lettore, che non sente di dover, necessariamente, scegliere una fazione per continuare a fare ciò che ha sempre fatto: leggere. Anzi, forse è proprio lui a farci vedere il vantaggio più grande dell’editoria digitale: la possibilità di diversificare i metodi di lettura a seconda delle esigenze personali.

Secondo quanto affermato da Vincenzo Russi (e-Novia), da Stefano Mauri (GeMS) e da Cristina Mussinelli (AIE), durante la conferenza tenutasi a Tempo di Libri dal titolo “Il futuro non ci attende. Che tempi per essere nell’industria creativa!”, la crisi riscontrata negli ultimi anni nel settore editoriale non dipende dell’innovazione tecnologica, come ad esempio per il settore musicale, giornalistico e periodico (dove pirateria e accesso gratuito dell’informazione erodono pubblico potenziale).

Nell’editoria, il libro cartaceo si conferma ancora tra le preferenze del lettore ma è una vittoria di Pirro perché, a parte uno dei grandi colossi dell’e-commerce americano che prevedeva la completa sostituzione dell’e-book al libro (forse più che per pubblicità che per vere stime), nessuno nel settore editoriale italiano hai mai temuto la prematura dipartita del classico testo cartaceo. Il lettore si è limitato ad aggiungere ad esso, la possibilità dell’acquisto di e-book per ulteriori altri titoli. In fondo, per contenere gli e-book non servono spazi o librerie in una casa, basta un device di pochi millimetri di spessore.

Come è stato sottolineato più volte, la tecnologia è stata utile per la raccolta dei dati di vendita e per la previsione di queste ultime. Per dirla in maniera concreta, bisognava aspettare che un testo fosse nelle librerie per sapere se e quanto avrebbe venduto; oggi, attraverso vari algoritmi e studi sul comportamento del compratore, supportati dagli strumenti di ricerca moderna, è possibilestimare una potenziale previsione. Com’è ovvio, ogni luce produce un’ombra e, su questo punto, è Stefano Mauri ad intervenire, spiegando chiaramente che la previsione sul nuovo (autore o romanzo) è, di fatto, impossibile poiché i dati raccolti sono pochi e potrebbero essere falsati da situazioni non ben gestite, limite che, un umano può riconoscere, un algoritmo no.

Un ultimo tema, trattato velocemente ma molto importante: a questo punto le librerie e i librai restano punto di riferimento per la scelta di una lettura? O vengono soppiantati dall’esperienza collettiva di una recensione on-line, per esempio? Qui, credo stia molto alla scelta personale. C’è chi preferisce un consulto rapido su una pagina web per decidere il proprio acquisto e c’è chi ha ancora voglia di avere “una figura di fiducia” a cui rivolgersi per un consiglio o un’opinione.

Quello che è certo è che la tecnologia ha portato e porterà dei cambiamenti nell’industria editoriale; siamo tutti curiosi di vedere se e come riusciranno ad essere integrati con le metodologie tradizionali.