Art in Pills e Storiuncole: il macchiaiolo Vincenzo Cabianca

di Viviana Filippini, in Arte, Blog, del 1 Set 2018, 15:38

Vita di contemplazione e atmosfera sospesa ne

Le monachine di Vincenzo Cabianca

Le monachine è un quadro di Vincenzo Cabianca e mi ha sempre stupito per il perfetto gioco chi luce e chiaroscuri che lo caratterizzano. Cabianca, nato a Verona nel 1827 e scomparso a Roma il 22 marzo del 1902, si dedicò per buona parte della sua carriera alla pittura d’interni poi, attorno al 1858, aderì in modo completo alla pittura dei Macchiaioli.

Il quadro scelto oggi, Le monachine, un olio su tela del 1861 conservato all’Istituto Matteucci di Viareggio, è una tela dall’atmosfera sospesa, come se l’artista avesse scattato un’istantanea alla suore, in una mattina di sole nascente (non a caso l’altro titolo con il quale il quadro è noto è Il mattino).

Nel quadro possiamo individuare due soggetti. Il primo sono le monache, rappresentata qui in tre gruppetti. Il primo, alla nostra sinistra, presenta una monaca seduta in ombra e le altre due in piedi che guardano verso il sole nascente e sono completamente illuminate dalla luce chiara e calda. Alla nostra destra, ci sono altre due monache con il capo chino e il volto in ombra, perché voltano le spalle al sole che le illumina da dietro. Poi, nel mezzo, un gruppo di altre tre suore sedute e appoggiate alla muraglia di mattoni. Le religiose hanno il capo chino, nascosto. Con molta probabilità sono raccolte in un profondo momento di preghiera.

L’altro soggetto è il paesaggio che le circonda, costituito da uno scorcio (a sinistra) del convento in mattoni che ospita le suore e dall’ambiente naturale che le attornia. Come notiamo il monastero si affaccia sul mare che sta oltre la muraglia presente nel dipinto. Quest’ultima è un elemento architettonico, ma anche di netta separazione tra la dimensione spirituale e di preghiera della vita monastica, dalla vita che invece sta aldilà di quel muro.

Per Cabianca la luce luminosa e calda ha una funzione fondamentale, perché essa si irradia nella tela e la pervade mettendo in risalto le figure delle donne con i loro abiti sobri, neri con il copricapo bianco. Non solo, la luce sottolinea i loro gesti e allora comprendiamo l’intensità del loro pregare, meditare, contemplare il creato del Divino, e chi lo sa, anche riflettere sul loro modo di vivere claustrale, separato dal resto del mondo.

Cabianca stese il colore con campiture compatte, come elemento tecnico che gli permise di costruire, pennellata dopo pennellata, i soggetti umani e l’ambiente circostante.

Le monachine è un dipinto che dona una sensazione di fresco mattutino, di pace, di armonia e di profonda riflessione, come se il tutto si fosse fermato in una costante meditazione. Un’atmosfera sospesa e un’ indagine umana che mi ha ricordato molto al pittura di Edward Hopper.