True Detective: viaggio nell’oscurità, e ritorno

True Detective, la serie TV record del 2014, è già proiettata verso la seconda stagione. Le riprese sono iniziate da qualche settimana: si cambia location, dalla soffocante Louisiana, la produzione si è spostata nell’assolata California. Cambiano anche i protagonisti, infatti, Woody Harrelson e Matthew McConaughey lasciano il posto ai nuovi “poliziotti”: Colin Farrell, Taylor Kitsch, visto recentemente nel film TV, The Normal Heart, e Rachel McAdams. Inoltre, la parte del cattivo è andata a Vince Vaughn. Quello che pubblico e addetti ai lavori si chiedono, però, è se la seconda stagione riuscirà a bissare il successo della prima. La serie, ideata e scritta da Nic Pizzolatto, ha collezionato numerosi premi e riconoscimenti. Agli Emmy di quest’anno, su dodici nomination, True Detective ha vinto in cinque categorie, compreso il premio per la Miglior regia per una serie televisiva drammatica, al regista Cary Joji Fukunaga. Ed è di venerdì scorso la notizia di altre nomination, ai Writers Guild Awards.

In casa HBO, quando si pianifica di mandare in onda una serie, nulla viene lasciato al caso. La rete americana, che ha prodotto serie di culto come I Soprano, Game of Thrones e The Wire, ha curato nel dettaglio la creatura di Pizzolatto che, in tre mesi, ha scritto una sceneggiatura di cinquecento pagine, senza il supporto di una writers room. Pizzolatto, scrittore di successo, seppur sottovalutato negli Stati Uniti, decide, qualche anno fa, di passare alla scrittura seriale. Quando un giornalista gli ha chiesto perché abbia scelto la TV, lo scrittore ha risposto: “Chi non vorrebbe lavorare con la HBO? E poi, in America la gente non legge nemmeno la carta delle caramelle. Non avrei perso l’aura di autore letterario, semplicemente perché non l’avevo, tutti ignoravano che lo fossi”. Così, dopo aver pubblicato il suo ultimo romanzo, Galveston, si trasferisce in California e inizia a lavorare su vari pilot. True Detective, in origine, nasce proprio come un’opera letteraria. Poi, il trentottenne scrittore gli cambia i connotati e l’affida alla HBO. A dirigere tutti gli episodi (nella seconda stagione, invece, la regia sarà di otto registi differenti), il promettente Cary Joji Fukunaga, che ha contribuito a dare un taglio filmico e di classe alla serie. I già citati protagonisti Matthew McConaughey, sempre più lanciato verso l’Olimpo della recitazione internazionale, e il mentore di Hunger Games, Woody Harrelson. La Louisiana, con i suoi misteriosi bayou e la sua impenetrabile personalità magica, è la terza protagonista della serie. Poi, la musica, curata dal premio Oscar, T Bone Burnett.

Concepita come una serie antologica, la prima stagione viaggia parallelamente su due binari cronologici, il 1995 e il 2012. Quasi vent’anni delle vite di Martin Hart e Rustin Cohle, rimangono attaccate all’omicidio di Dora Lange. Nel 1995, ai due detective viene assegnato il caso del misterioso ritrovamento del cadavere di una donna. Giunti sul luogo, Marty e Rust si trovano davanti un allestimento quasi onirico. Non un semplice cadavere, ma un messaggio da decifrare. Se la razionalità di Martin etichetta il caso come opera di uno squilibrato, l’immaginifico Rust lo interpreta come il disegno di un killer seriale, che continuerà ad uccidere. Volutamente, gli otto episodi scorrono via, lenti, come il Mississippi. Gli spettatori non possono fare altro, che abbandonarsi a quella corrente di mistero e oscurità.

Michela Conoscitore

Michela Conoscitore

Pugliese, classe 1985. Laureata in Lettere Moderne, con un master in giornalismo cartaceo e radiotelevisivo. Ha collaborato, nel settore Cultura e Società, in una redazione giornalistica della provincia di Foggia. Da sempre, esprime l’amore per la scrittura, raccontando storie e descrivendo avvenimenti. La semplicità è il suo principale obiettivo, che cerca di perseguire affinché, ciò che scrive, arrivi a tutti. Grande appassionata di cinema e serie TV, da due anni posta recensioni sul suo blog, Incursioni Cinemaniache. Ma non si ferma qui, perché il vero giornalista è un curioso a tutto tondo.