Reale: Colapesce diventa cartoon e realizza un sogno

Il 4 febbraio è uscito per 42RecordsEgomostro, il nuovo lavoro di Lorenzo Urciullo in arte Colapesce. Il terzo singolo estratto dal disco è Reale, e mi ha colpito per due motivi. Il testo: sarà che seguo l’artista dai tempi di Un Meraviglioso Declino, ma mi sorprende sempre la dolcezza delle parole usate che sembrano adatte alla sua voce. A farmi fermare più del solito sulla canzone è stato il video: un mix di citazioni cinefile che, per chi è figlio degli anni ’90 come me, ha avuto l’effetto di riportarmi in quei mondi vissuti sullo schermo da bambina. In fondo chi non ha mai desiderato di portare sulle spalle lo zaino protonico dei Ghostbusters, o di volare in groppa a Falkor de La Storia Infinita?
Quindi, presa da un attacco di nostalgia infantile, ho chiesto a Colapesce di rispondere a qualche domanda.

Ciao, devo chiamarti Colapesce o preferisci Lorenzo?

Lorenzo va benissimo!

Prima domanda, quella di rito che ci tocca fare sempre. Qual è stata la genesi della tua carriera? Scrivere e fare musica è una cosa nata per passione o c’è uno studio dietro?

La passione credo sia alla base di questo strano mestiere. A nove anni i miei genitori mi regalarono la prima chitarra e adesso continuo a regalarmele da solo. Ho studiato qualche anno con un maestro di violino che suonava pure la chitarra, appassionato di Rock anni ’70.

La scelta di usare come nome d’arte quello di un eroe della tradizione siciliana ha un significato preciso oltre a quello di appartenenza alla tua terra?

Sì, sono legato alla leggenda per altri due motivi: mia madre, quando ero piccolo, mi raccontava sempre la leggenda di Colapesce (n.d.r. si racconta che Colapesce, scendendo nelle profondità delle acque messinesi, si accorse che l’intera Sicilia poggiava su tre colonne, una delle quali logorata. Decise dunque di sacrificarsi e di restare sott’acqua a reggere il peso della sua terra), e poi trovo interessante l’idea del sacrificio per qualcosa che ami, a costo di rimetterci la vita.

Hai all’attivo l’album Un Meraviglioso Declino e la collaborazione con Meg in Satellite, come hai vissuto il tuo debutto, c’è qualcosa che rifaresti nello stesso modo e qualcosa che cambieresti?

Il mio debutto non è stato un vero debutto perché già avevo all’attivo altri album a nome Albanopower e un Ep omonimo a nome Colapesce. Però Un Meraviglioso Declino è stato sicuramente un passaggio importante per la mia attività artistica. Il Declino è stato un parto difficile, perché sono un perfezionista e un insicuro allo stesso tempo quindi vivo tutto in maniere molto intensa. Detto ciò non cambierei nulla di quel periodo, forse un paio di suoni di cassa, ma così per pignoleria.

Il videoclip di Reale nasce dalla collaborazione, sperimentata anche per Restiamo a casa, con Michele Bernardi. Cosa ti ha spinto a rivolgerti a lui?

Adoro l’animazione in generale, c’è una magia tutta speciale che il video classico non potrà mai cogliere. Avevo visto dei suoi lavori precedenti e ne ero rimasto colpito e così l’ho contattato per Restiamo in casa. Adesso siamo amici e sicuramente faremo altri lavori insieme. È una persona speciale.

Nel video si riconoscono molti film di avventura degli anni ’90, come Labyrinth, La storia infinita, Ritorno al Futuro, Star Wars e Jurassic Park, cosa ti ha portato a questa selezione?

Sono nato nel 1983, sono i film della mia infanzia/adolescenza e l’idea di cavalcare il fortunadrago era parecchio allettante… La selezione l’ho fatta insieme a Salvo Nicolosi, è un mio caro amico, è suo il montaggio di Reale ed è sua la regia di Maledetti Italiani e L’altra guancia.

Il titolo del brano, Reale, è ovviamente in contrapposizione con il tema del video che sembra un elogio a ciò che reale non è, ma che tutti noi avremmo voluto che lo fosse. C’è un significato particolare dietro questa scelta?

Adoro i contrasti forti, forse per certi versi ormai fanno parte della mia cifra stilistica. Dall’ossimoro “Un meraviglioso declino” al video di Reale, il mio percorso è tempestato di poli opposti che si attraggono. Reale è l’ultimo brano che ho scritto per Egomostro ed è una storia semplice e complessa allo stesso momento. “Amare basta e lo faccio a testa alta” è una frase rivoluzionaria se si applica in todo.

Credi che girare un video del genere, che racchiude in sé diverse arti – cantautorato, fumettistica, cinematografia – possa affascinare un pubblico più vasto?

Credo di no, siamo in Italia ricordi? Ma sono un’esteta e mi piace l’interazione fra le varie arti, la trovo più stimolante e poi non riesco a fare calcoli per allargare il mio bacino di utenza. Se avessi voluto avere un pubblico più vasto mi bastava mettere qualche slogan in più nelle mie canzoni e qualche culo in bella vista nei miei video. La comunicazione immondizia con un solo livello di lettura non mi ha mai affascinato. Fortunatamente.

Il sogno di molti bambini è vedersi ritratti in un disegno animato, tu l’hai realizzato: che sensazione ti dà?

Una bella sensazione, mi sento finalmente integrato col mio passato!

MTV è stata la prima emittente nata per trasmettere clip. Oggi ha cambiato drasticamente linea. In base alla tua esperienza, credi sia ancora possibile farsi “pubblicità” con questo mezzo o è più efficace essere ascoltati in radio?

Mtv è un canale morto e non conta nulla oggi, se non per la musica immondizia di cui prima. Non è interessata alla cultura. Una volta spostava parecchio per gli artisti indipendenti, adesso (fortunatamente) non devi per forza passare da quel canale per essere notato.

Oltre al tour, stai già lavorando a qualche nuovo progetto?

Sto scrivendo una graphic novel con Alessandro Baronciani, s’intitola La distanza (intesa come distanza sia geografica che emotiva) e uscirà i primi di giugno per Bao Publishing e ogni tanto mi dedico alla produzione artistica di artisti che stimo. Da poco ho avuto l’onore di produrre il nuovo disco di Alfio Antico, un gigante della musica popolare internazionale.

Grazie per il tuo tempo e in bocca al lupo per i prossimi lavori.

Grazie a voi per lo spazio

Grazia Pacileo

Nata alla fine degli anni ’80 a Catanzaro, vive ora a Pisa dove studia Lettere moderne. Ha collaborato a una web radio, conducendo un programma e scrivendo recensioni musicali. Appassionata di libri e di film in bianco e nero, ma soprattutto divoratrice di musica in cuffia e dal vivo.