La regola dell’equilibrio: Carofiglio si autoplagia

qualche giorno fa ho acquistato in libreria La regola dell’equilibrio di Gianrico Carofiglio, che la fascetta editoriale mi segnalava come l’atteso ritorno dell’avvocato Guido Guerrieri.

Alla sera mi infilo a letto deciso ad assaporare l’ultima avventura del mio ritrovato eroe.

A pag. 18 mi imbatto nel controinterrogatorio condotto dallo stesso,e da una sua collega di nome Consuelo, di una signora dichiaratasi vittima di uno stupro:

” …Può raccontarci quando e in che occasione ha conosciuto l’imputato?

Ci siamo incontrati a una festa dove ero andata con una mia amica.

Quando è stata questa festa ?

Non ricordo, sono passati degli anni…

Non è un problema. Dopo aver conosciuto l’imputato, a quella festa…a proposito, di chi era quella festa ?

Non lo so, le ho detto che ci sono andata con una mia amica. Era lei che conosceva il padrone di casa.

Quindi lei non conosceva il padrone di casa ?

No, cosa c’è di strano ?

Nulla. Scusi. Che tipo di festa era ?”.

Qui la memoria ha avuto come un baluginio.

Come Vi ho detto, sono un lettore affezionato di Carofiglio.

Ho perciò messo mano a L’arte del dubbio, uscito nel 2007 per i tipi della Sellerio,ed a pagina 40 ho (ri)letto quanto segue:

Avvocato:Può raccontarci quando e in che occasione ha conosciuto l’imputato ?

Teste:Ci siamo conosciuti a una festa dove ero andata con una amica.

Avvocato:Quando è stata questa festa ?

Teste:Non lo so adesso, sei mesi fa forse, non lo so…

Avvocato:Va bene, lei ricorda sei mesi fa. Dopo aver conosciuto l’imputato a quella festa…a proposito, di chi era quella festa ?

Teste:Non lo so, le ho detto che ci sono andata con una mia amica.

Avvocato:Scusi, vuol dire che non conosceva il padrone di casa ?

Teste:No, cosa c’è di strano ?

Avvocato:Nulla. Scusi. Che tipo di festa era ?”.

Ho quindi ripreso la lettura de L’arte del dubbio:”

Pubblico Ministero: Presidente, si chiede alla teste una valutazione e comunque è una domanda del tutto irrilevante.

Presidente:Va bene, avvocato,lasciamo stare il tipo di festa.

Avvocato:Va bene, presidente. Dunque, signorina, le stavo chiedendo, dopo aver conosciuto l’imputato a questa festa ha avuto modo di incontrarlo di nuovo ?

Avvocato:Una volta sola, più volte

Teste:L’ho detto, qualche volta lui passava dall’ufficio…”.

A questo punto mi sono fermato ed ho ripreso in mano La regola dell’equilibrio dove ero giunto a Che tipo di festa era:”

Castroni (il Pubblico Ministero nel romanzo NdR)si alzò e fece opposizione.

Presidente, si chiede alla teste una valutazione. La domanda dunque è inammissibile, e comunque del tutto irrilevante.

Va bene, avvocato, lasciamo stare il tipo di festa…Dunque, signora, dopo aver conosciuto l’imputato a questa festa ha avuto modo di incontrarlo di nuovo ?

Una sola volta, più volte ?

Mi pare di averlo detto, qualche volta lui passava dall’ufficio…”.

Procedendo nella lettura, a pag. 26 del Vostro volume ho letto ancora:”…Smettere cosa?

Le scenate di gelosia. A volte mi picchiava senza che avessi fatto niente.

Perché ha ritirato tutto ?

Lui disse che sarebbe cambiato.

A pag. 45 dell’Arte del dubbio (Sellerio) ho letto:” …Smettere cosa ?

Le scenate di gelosia, poi a volte mi picchiava senza che avessi fatto niente…

Perché ha ritirato tutto ?

Lui disse che sarebbe cambiato ?

Questi esercizi di flessioni allo specchio di Gianrico Carofiglio si susseguono da pag. 18 a pag. 28 (ne L’arte del dubbio li potete ritrovare da pag. 40 a pag. 47).

Naturalmente ci sono delle differenze o piccoli ritocchi come quelli apportati ai compiti in classe passati allo studente meno volenteroso (per esempio il compagno della teste è capo area commerciale di una industria alimentare in Sellerio e di un’industria dolciaria presso di Voi).

Sia chiara subito una cosa:non sono un moralista e come diceva Sergio Saviane (Stefano Lorenzetto dixit) rubare in casa propria non è reato.

Il fenomeno del copia – incolla degli scrittori che si autocopiano ormai non scandalizza più nessuno: basti pensare a Scurati che ha portato un libro ricopiato da una sua opera precedente anche al Premio Strega.

Carofiglio potrà sempre dirmi e dirvi che, scusate, mica ho copiato Guerra e Pace ma soltanto alcune pagine di un mio libro precedente, roba mia, mica di altri.

Sono d’accordo ma ad esempio Scurati i libri se li è copiati all’interno della Bompiani mentre Voi ci ammannite lo stesso (anche se per dieci pagine circa) prodotto sfornato da una diversa casa editrice: come un cuoco che contrabbandi per originale lo stesso piatto già cucinato per il ristorante da cui ha preso congedo.

Resto convinto che la classe – come diceva un mio maestro – sia fondamentale quando si fanno le cose.

Perciò, sono a richiederVi, Spett.le Casa Editrice Einaudi, di restituirmi i 19,00 euro spesi per acquistare il vostro volume, giacchè, anche se lo stufato è buono, non potete farmelo pagare due volte pensando al mio palato come ad un inerte muscolo smemorato: come si dice, anche se sei sposato a Miss Italia, dopo vent’anni resta sempre la stessa donna.

Alberto Pezzini

Alberto Pezzini è nato nel 1967 a Sanremo. Laureato in giurisprudenza a Genova e procuratore legale dal 1995 (avvocato dal 1997), ha già maturato quasi vent’anni di avvocatura e non è ancora stanco, anche se a volte – tra iva e clienti che non pagano – vorrebbe fare soltanto lo scrittore. Collaboratore di Libero, ha collaborato prima ancora con Il Secolo d’Italia e Il Corriere Nazionale. Scrive anche per Mente Locale.