Kindle Unlimited di Amazon delude anche gli scrittori

Il servizio Kindle Unlimited di Amazon promette di più di quello che offre. Questa volta la denuncia arriva direttamente dagli scrittori che hanno scelto la piattaforma per le loro auto-pubblicazioni.

Già qualche giorno dopo la presentazione del servizio di abbonamento che, ricordiamo, consente l’accesso a 700 mila libri a 9,99 dollari al mese, il Web spopolava di recensioni negative da parte degli utenti più curiosi, che lo avevano sottoscritto gratuitamente per il primo mese. L’iniziativa era stata recepita immediatamente come deludente per la qualità dei titoli inclusi: troppi pochi italiani, per soddisfare le esigenze degli appassionati di narrativa del Belpaese, e nessuno tra i best-seller che hanno svettato nelle classifiche di vendita degli ultimi tempi. Quali sono allora i vantaggi nella sottoscrizione di un servizio definito “illimitato” ma che esclude proprio ciò che i lettori, di consueto, cercano?

Per gli scrittori le cose non vanno poi così diversamente, sebbene le principali cause della delusione siano esattamente le opposte: “troppa concorrenza”, dichiarano alcuni degli autori intervistati, e guadagni eccessivamente ridotti. I numeri non smentiscono le parole: dal 2010, la mole di e-book presenti sulla piattaforma è passata da 600 mila a 3 milioni, la quantità di scrittori auto-pubblicati è aumentata del 20% e il numero di libri gratuiti è superiore di un terzo. Per contro, i guadagni sono fermi a 3 miliardi di dollari dal 2013.

Holly Ward, autrice di romanzi con lo pseudonimo di H.M. Ward, accusa la formula impiegata da Amazon, la stessa di cui si avvale anche Spotify per la musica e Netfix per i video: all-you-can-eat, che è come dire “a questo prezzo, mangiate a volontà”. Tuttavia, come tutte le cose che promettono facili guadagni, qualche remissione c’è: per i clienti, che finiscono per cibarsi di prodotti scadenti, o per gli scrittori-fornitori, che devono vendere a un prezzo nettamente inferiore al valore.

Per molti scrittori la soluzione è una soltanto, ritirare i propri libri dalla piattaforma; chi, per esempio, ha visto calare il proprio reddito del 75% in circa due mesi non ha esitato a farlo. Per altri, invece, bisogna stringere i denti e pubblicare costantemente, perlomeno non si viene dimenticati; e c’è pure chi pensa di appellarsi a un sindacato per difendere i propri interessi. Amazon, da parte sua, ha sempre un argomento forte nella manica: ogni scrittore guadagna il 75% su ogni pezzo venduto (che su 4,99 dollari è pari a 3,50 dollari), una cifra che gli editori tradizionali non sono disposti a pagare.

Redazione

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