Art in Pills: ANTHROPOCENE fino al 5 gennaio 2020

di Viviana Filippini, in Arte, Blog, del 24 Mag 2019, 10:26

ANTHROPOCENE e l’impatto dell’uomo sul mondo
Al MAST di Bologna fino al 5 gennaio 2020

Visto il grande successo ottenuto, la Fondazione Mast di Bologna ospiterà fino al 5 gennaio del 2020ANTHTOPOCENE, la mostra multidisciplinare che ha al centro della sua indagine l’impatto dell’uomo sul pianeta. L’analisi è svolta grazie alle immagini del fotografo Edward Burtynsky, ai filmati dei registi pluripremiati Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier, e alle installazioni di realtà aumentata e il film sul progetto.

Cosa è ANTHROPOCENE?

ANTHROPOCENE è un piano di lavoro che ha avuto come fulcro del suo essere l’esplorazione multimediale che dimostra e conferma l’indelebile segno dell’impronta umana sulla terra. Nelle immagini si scorgono alcuni interventi messi in atto dall’uomo nel mondo, un agire che ha cambiato per sempre il volte di certe aree della terra. Ci sono le barriere frangiflutti che occupano il 60% delle coste cinesi, le colossali macchine costruite in Germania, passando alle psichedeliche miniere di potassio nei monti Urali in Russia, fino alla devastazione della Grande barriera corallina australiana.

Edward Burtynsky, Dandora Landfill #3, Plastics Recycling, Nairobi, Kenya 2016
photo © Edward Burtynsky, courtesy Admira Photography, Milan / Nicholas Metivier Gallery, Toronto

Ad esse si uniscono le immagini delle surreali vasche di evaporazione del litio nel deserto di Atacama, le cave di marmo di Carrara e – davvero impressionante -una delle più grandi discariche del mondo a Dandora, in Kenya (usata anche nella foto di copertina).

Il progetto, per la prima volta in Europa al MAST di Bologna, ha esordito in Canada nel settembre 2018 con il film “Anthropocene: The Human Epoch”, proiettato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival, unito alla mostra allestita in contemporanea all’Art Gallery of Ontario di Toronto e alla National Gallery of Canada di Ottawa.

Cosa caratterizza la l’esposizione?

La mostra Anthropocene è suddivisa in quattro sezioni che coinvolgono diverse aree del MAST nelle quali si trovano:

  • 35 fotografie di Edward Burtynsky che mostrano temi differenti come l’estrazione delle risorse naturali, le deforestazioni, le grandi infrastrutture di trasporto, il cambiamento climatico, le discariche e l’inquinamento.
  • 3 enormi murales ad alta risoluzione, messi a punto usando tecnologie fotografiche all’avanguardia, che offrono esperienze di visione sorprendenti e consentono agli spettatori di esaminare nei più minuti dettagli la complessità delle incursioni umane sulla Terra. I murales sono arricchiti da filmati di Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier, che consentono ai visitatori di vivere un’esperienza immersiva, esplorando in dettaglio i singoli scenari rappresentativi delle teorie dell’Antropocene.

Le parole degli artisti

Edward Burtynsky:“Il nostro lavoro può offrire uno sguardo avvincente su ciò che accade, la nostra è una testimonianza reale. Far vivere queste realtà attraverso la fotografia è come creare un potente meccanismo che dà forma alle coscienze”.

Jennifer Baichwal:“Non vogliamo fare prediche, rivendicare o attribuire colpe, vogliamo semplicemente testimoniare, e da testimoni, cercare di smuovere le coscienze. Credo ancora che il pensiero e l’esplorazione trasversale, il confronto, generino una trasformazione più profonda e duratura rispetto ad un’aspra contrapposizione”.

Nicholas de Pencier:“Non mi interessa puntare il dito o rinnegare le nostre colpe. Vivo nel mondo reale e hobisogno delle stesse soluzioni pratiche di chiunque altro. È quindi mia responsabilità usare la macchina da presa come uno specchio e non un martello: invitare gli spettatori a essere testimoni di questi luoghi e a reagire ognuno a suo modo”.

Curatori

Curatori della mostra visitabile fino al 22 settembre, Urs Stahel, curatore della PhotoGallery e della collezione MAST, Sophie Hackett, curatrice della fotografia dell’Art Gallery of Ontario di Toronto e Andrea Kunard, curatrice del Canadian Photography Institute della National Gallery of Canada.