Tutti contro Vespa, che intanto segna a porta vuota

Sgombriamo subito il campo da ogni equivoco e diciamo due cose. La prima: il dibattito politico ieri si è infiammato inutilmente. La puntata di Porta a Porta con il figlio di Riina è stata vista da 1.181.000 telespettatori per uno share del 14,02%. Una performance francamente non memorabile. Quindi se i politici hanno tentato (inutilmente) di fermare Vespa perché quell’intervista non arrivasse nelle case di tutti gli italiani, sappiano che non ce n’era davvero bisogno. La seconda: concordo con Carlo Freccero, secondo cui Vespa non era alla ricerca di ascolti facili (che in effetti non ha avuto) ma del colpo giornalistico (che in effetti ha messo a segno). Insomma, quale giornalista sano di mente si sarebbe lasciato scappare l’intervista al figlio del “capo dei capi” della mafia? Si faccia avanti (prima di cambiare mestiere).

L’unica nota stonata è stata la marchetta (indiretta) al libro del figlio di Riina. Perché la pubblicità editoriale è davvero insopportabile, ma così insopportabile che ha scaturito anche qualche dichiarazione un po’ al limite come quella della Presidente Rai, Monica Maggioni, che ha proposto il sequestro dei diritti del libro da parte dello Stato. Sulla base di cosa?!

Detto questo, sforziamoci per qualche istante di parlare di televisione. Vespa ha portato in tv un po’ di tutto: assassini, truffatori, cuochi e persino politici! Ha fatto interviste straordinarie e altre meno. Ma anche una come Franca Leosini, a volte citata come una sorta di icona glamour dei benpensanti della tv, ha spesso portato il “male” nel piccolo schermo. E anche lei, qualche volta, è stata oggetto di contestazione. L’esempio non è casuale. Della Leosini si parla sporadicamente. Il suo programma è una perla che viene fuori di rado nel palinsesto della tv pubblica. E anche davanti a casi davvero eclatanti non ha mai avuto scie polemiche come quelle che invece Bruno Vespa si porta dietro periodicamente. Appunto: la presenza invasiva dell’ex conduttore del tg Rai è uno dei temi della contesa, ormai. La sovraesposizione mediatica, alla lunga, genera controindicazioni. Non che Vespa non le sappia gestire. È la Rai che viene trascinata come al solito, e a volte impropriamente, sul banco degli imputati.

Vespa ha troppo campo libero. I palinsesti Rai sono troppo “leggeri”. Circolano poche idee e pochissimi format per cui valga la pena sporcarsi le mani. Il pubblico della tv generalista viene catalizzato stancamente più che altro verso fiction e varietà. L’informazione, completamente appannaggio dei talk show (a parte i telegiornali), ha lo stesso appeal delle previsioni del tempo: guardi distrattamente che tempo farà sulla tua zona e poi cambi velocemente canale sapendo che tanto le previsioni sono quasi sempre sbagliate.

Ora, se quell’intervista l’avesse fatta Milena Gabanelli a Report sarebbe sollevato lo stesso polverone? Credo proprio di no. Ed ecco il perché la sovraesposizione di Vespa danneggia Vespa stesso. Porta a Porta è praticamente l’unico rotocalco tv che ha un taglio giornalistico riconoscibile. Cosa manca alla Rai e alla tv generalista? Manca tutto il resto. Mancano veri programmi di approfondimento che facciano da controcanto a Vespa e a tutti gli altri. Manca il racconto di un Paese che per sentirsi preso sul serio si rispecchia nelle fiction di Polizia e Carabinieri dove, peraltro, il genere “crime” ha ormai ceduto il passo alla soap opera più demenziale.

Il punto è che la Rai, almeno al momento, un piano editoriale vero e proprio non ce l’ha. Quindi chi pesa di più si impone su tutto il resto. Lo dimostra il dibattito di ieri: tutti a parlare di Vespa, che è esattamente ciò che Vespa si aspettava. E quindi abbasso Vespa! Viva Vespa!

Gennaro Pesante

Gennaro Pesante

Gennaro Pesante, nato a Manfredonia nel 1974. Giornalista professionista, vive a Roma dove lavora come responsabile dei canali satellitare e youtube, e come addetto stampa, presso la Camera dei deputati.