The Bestseller Code: in un saggio la formula che predice il successo di un libro

In un mondo dominato dalla tecnologia e dal desiderio di successo, tecnici e professori sono sempre più orientati verso lo sviluppo di nuovi metodi e semplici applicazioni che permettano di oltrepassare ogni possibile barriera dello scibile umano. E a questa lunga e frenetica corsa sembra aver preso parte anche l’editoria, sempre a caccia di fruttuosi bestseller. Tuttavia, il mercato editoriale non è una scienza esatta e non permette neppure di prevedere quali libri – e perché – saranno capaci di raggiungere grandi numeri nelle vendite.

Detto ciò, le domande alle quali si sta cercando di dare una risposta negli ultimi anni è la seguente: Cosa rende un libro un bestseller? Esiste un metodo efficace per prevedere il successo di un libro prima di pubblicarlo? Jodie Archer, ex-dipendente Apple e specializzata nella ricerca sui contenuti letterari, e Matthew L. Jockers, professore di letteratura inglese all’università Lincoln, cercano dal 2008 di dare una risposta ai due quesiti. Per entrambi la risposta alla seconda domanda è sì e hanno scritto persino un libro per dimostrare la loro teoria. Il libro si intitola The Bestseller Code: Anatomy of the Blockbuster Novel, edito da Penguin, e non è un romanzo!

Grazie all’analisi di dati provenienti da 20mila romanzi di successo – quindi testi che hanno venduto molto – di epoche diverse, i due studiosi hanno elaborato un vero e proprio algoritmo in grado di identificare un bestseller con una percentuale di successo dell’80%. Si chiama Bestseller Code ed è un’applicazione capace di compiere una infinita serie di decisioni che riguardano diversi aspetti del testo, dallo stile alla trama, al lessico.

Cosa piace, dunque, ai lettori? È questo uno dei principali quesiti da tenere in considerazione. Un lessico semplice e diretto, l’empatia dei personaggi, la capacità di emozionare il lettore e creare vicinanza emotiva rappresentano, secondo la macchina, gli elementi chiave per fare breccia nel cuore del lettore. Un altro aspetto interessante sarebbe invece la “coerenza” e la “connessione” tra tema del libro e produzione letteraria: hanno cioè più successo i libri il cui argomento sia legato ai temi dominanti della produzione dell’autore.

Lo scopo della ricerca, però, non è tanto quello di pronosticare i libri da classifica quanto, invece, capire le tecniche di narrazione, il loro impatto sulle vendite e la percezione che ne ha il lettore, ossia gli ingredienti necessari per scrivere un buon romanzo, quasi del tutto ignorati dalla maggior parte degli aspiranti scrittori, e non solo.

Dunque, anche se non sempre i “buoni” libri raggiungono le vette della classifica, saper scrivere è la prima regola, saper riconoscere una buona scrittura è la seconda. Ma, citando Stephen King, che nel 1998 scrisse un articolo per “The Writer’s Handbook” dal titolo Tutto quello che c’è da sapere sulla scrittura di successo in dieci minuti, «ciò che più conta per una scrittura di successo è il talento… […] Se non avete talento, non avrete successo».

Redazione

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