Solo librerie indipendenti a Washington. In Italia è possibile?

di Roberto Leone, in Letteratura, Libri, del 7 Dic 2015, 09:30

librerie indipendenti

Essere una libreria indipendente nel 2015 è difficile. Le catene come Feltrinelli, Giunti e Mondadori, con i loro enormi spazi e la differenziazione dei prodotti (non vendono solo libri, ma anche film, pupazzi e, in alcuni casi, cibo) hanno costretto tantissime librerie indipendenti a chiudere i battenti.

Eppure non è così ovunque. C’è una città americana, Washington D.C., che potrebbe trovarsi ad ospitare solo librerie indipendenti. Infatti, secondo il Washington Post, Barnes&Noble, l’ultima catena non affiliata ad un’università, non è riuscita a rinnovare il contratto d’affitto e dovrà chiudere entro il 31 dicembre. L’azienda sta cercando un nuovo spazio ma, dall’anno prossimo, la capitale a-stelle-e-strisce potrebbe non avere una catena di librerie.

Che questa situazione possa durare a lungo è improbabile, tuttavia è un dato che deve far riflettere e induce a pensare che gli abitanti di Washington gradiscano comprare dal librario di fiducia piuttosto che in un luogo che offre più materiale da vendere ma considerato, forse, meno “caldo” e accogliente. Non è una riflessione campata in aria, dopotutto anche Barack Obama sembra preferire le librerie indipendenti; ogni azione del presidente è studiata fin nei minimi dettagli da una squadra di esperti, quindi è lecito pensare che i cittadini americani avrebbero apprezzato di più vedere Obama da Upshur Street Books piuttosto che da Barnes&Noble.

Ora è lecito domandarsi: sarebbe possibile in Italia? A meno che non si verifichi qualche congiuntura astrale particolare, pare di no. Le catene sono presenti in tutto il territorio italiano e non sono semplicemente un posto dove si può comprare il proprio libro preferito, ma fungono anche da luogo di ritrovo e punto di riferimento per la città: sono presenti in quasi tutti i centri commerciali nazionali, dove sempre più famiglie si rifugiano per passare una giornata di shopping, e in molte delle stazioni italiane, basta pensare alla libreria Feltrinelli che funge da vero e proprio ingresso per la Stazione Centrale di Napoli, o alla Giunti di Venezia Mestre che rappresenta un punto di contatto tra la stazione e la banchina. Ultima riflessione, ma non meno importante, i locali di stazioni e centri commerciali possono avere contratti d’affitto elevati, impossibili da sostenere per una libreria indipendente.

Difficile, quindi, che le librerie indipendenti possano prendere il sopravvento sulle catene. È più verosimile l’ipotesi che le due realtà possano condividere gli spazi cittadini, una accanto all’altra, facendo decidere al lettore dove comprare il proprio libro.

Roberto Leone

Laureato in Storia con tesi dal titolo “Le Quattro Giornate di Napoli. Una discussione” all’Università di Napoli “Federico II”. Co-fondatore del blog letterario “Storici&Salottiere”, redattore della sezione Storia della testata on-line “La Cooltura” da marzo 2015, collabora con “Cultora” da settembre 2015. Da dicembre 2015 è caporedattore di Terre di Campania. Appassionato di scrittura, è attualmente laureando in Scienze Storiche.