Sei disoccupato? Prima di assumerti il 60% dei selezionatori ti guarda sui social

Oltre ad essere diventato lo specchio, nemmeno tanto fedele, delle nostre vite, i profili social hanno un loro indiscusso valore propagandistico. Si diffonde un’immagine di sé, spesso differente da quella reale, ma che coinvolge tutti gli ambiti: quello professionale, quello sentimentale, quello personale a tutto tondo. Essendo tuttavia il modo più semplice per reperire informazioni su qualcuno, è chiaro che il proprio profilo social si carichi di una valenza di recruiting. Se sei disoccupato e stai cercando lavoro, infatti, l’invito è sempre quello di prestare attenzione a ciò che il profilo social davvero riflette: una recente ricerca condotta da Business Insider rivela che il 60% dei recruiter cerca sui social informazioni sul potenziale candidato. Il dato è cresciuto di ben 8 punti percentuali rispetto allo scorso anno e di 49 punti percentuali dal 2006, primo anno in cui stata effettuata l’indagine. Il sondaggio che ha permesso di elaborare questi dati è stato effettuato durante la prima metà del 2016 e ha coinvolto 2.186 recruiter e 3.031 lavoratori.

Per un determinato settore di riferimento, poi, lo scouting sui social diventa persino una prassi: i recruiter di alcuni settori sono più inclini a controllarli: nell’IT il 76% dei datori di lavoro ha confermato di effettuare uno screening preventivo del candidato attraverso i canali social, seguono le vendite (65%), i servizi finanziari (61%) e l’assistenza sanitaria e la vendita al dettaglio (59%).

Il 49% degli intervistati afferma che non ha assunto qualcuno proprio in base al tipo di presenza che il candidato aveva sui social e il 21% ammette di cercare online validi motivi per poter scartare il potenziale lavoratore.

Prima di andare nel panico e decidere di chiudere tutti gli account social, c’è tuttavia un altro importante dato da tener presente: 2 recruiter su 5 sono più scettici a convocare un candidato le cui informazioni non siano reperibili online, quindi rimuovere ogni traccia di sé non è sinonimo di buona impressione. Le notizie comunque non sono solo negative: secondo quanto riporta l’indagine, un terzo dei recruiter ha aumentato l’interesse per alcuni potenziali candidati proprio consultandone i profili social.

Daniele Dell

Daniele Dell’Orco

Daniele Dell’Orco è nato nel 1989. Laureato in di Scienze della comunicazione presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, frequenta il corso di laurea magistrale in Scienze dell’informazione, della comunicazione e dell’editoria nel medesimo ateneo. Caporedattore del sito Ciaocinema.it dal 2011 al 2013 e direttore editoriale del sito letterario Scrivendovolo.com, da febbraio 2015 è collaboratore del quotidiano Libero, oltre a scrivere per diversi giornali e siti internet come La Voce di Romagna e Sporteconomy.it. Ha scritto “Tra Lenin e Mussolini: la storia di Nicola Bombacci” (Historica edizioni) e, sempre per Historica, l’ebook “Rita Levi Montalcini – La vita e le scoperte della più grande scienziata italiana”, scritto in collaborazione con MariaGiovanna Luini e Francesco Giubilei. Assieme a Francesco Giubilei, per Giubilei Regnani Editore, ha scritto il pamphlet “La rinascita della cultura”. Dal 2015 è co-fondatore e responsabile dell’attività editoriale di Idrovolante Edizioni.