Rubati in un deposito di Londra 160 libri antichi con un colpo alla Ocean’s Eleven

Londra, 29 gennaio 2017. È quasi scattata la mezzanotte e due ladri si apprestano a compiere un colpo che ha dell’incredibile. Questa volta però non siamo nel caveau di un Casinò, ma in un deposito londinese di libri rarissimi. Con una tecnica che sembra copiata da Tom Cruise in Mission impossible o da George Clooney in Ocean’s Eleven, i due intrepidi rapinatori realizzano un buco nel lucernario del tetto e scendono per 20 metri attaccati a funi d’acciaio, “strisciano” fra i raggi laser che avrebbero dato l’allarme, eseguono il furto ed escono, portandosi dietro una refurtiva eccezionale: circa 160 libri rari, anzi rarissimi, veri e propri capolavori d’antiquariato, per un valore complessivo di oltre 2 milioni di sterline, pari a circa 2 milioni e mezzo di euro.

Dalla copia del 1566 di De revolutionibus orbium coelestium, capolavoro dell’astronomo Niccolò Copernico, da sola valutata 215 mila sterline, alle antiche edizioni di opere di Galileo Galilei, della Divina Commedia di Dante Alighieri del Seicento, delle tragedie di Euripide stampate a Venezia nel 1503. Dalle più importanti edizioni delle favole di Esopo stampate nel 1505 alla Romanae Historiae Augustae stampata a Milano nel 1475. La collezione sottratta dal deposito di sicurezza situato nella periferia di Londra, fra l’aeroporto di Heathrow e lo stadio di Twickenham, comprende capolavori inestimabili, tutti rilegati a mano, vere e proprie reliquie della letteratura mondiale.

I libri sono (erano?) di proprietà di collezionisti e rivenditori di libri rari britannici, italiani e tedeschi, ed erano destinati a una fiera in California.

Ma qual è l’identità dei protagonisti di questa azione degna di un lungometraggio hollywoodiano? Ladri professionisti? Esperti collezionisti di libri antichi? Al momento, nota il Times, non sono stati effettuati arresti, dunque non esistono ancora prove per smascherare i malfattori. Tuttavia, come si apprende su la Repubblica, rivendere opere simili non è operazione semplice: quello dei collezionisti di libri rari è un piccolo mondo, in cui tutti conoscono tutti. Perciò un’ipotesi è che il furto sia avvenuto “su commissione”, dunque non per rivendere la refurtiva, ma semplicemente per entrarne in possesso e tenersela, forse per il piacere di accarezzare e sfogliare le prime edizioni di Dante, Galileo e Copernico.

Redazione

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