Recensione “La mail dell’undicesimo anno”

«Caro avvocato Giulio Trane, benvenuto nella famiglia di Mr. Marvel! Tu non conosci noi, ma noi ti conosciamo da undici anni, puoi esserne lusingato! Mr. Marvel vuole ripulire il nostro mondo dalle cattiverie, dalle ingiustizie, dai soprusi: sei d’accordo con noi? Purtroppo a volte commettiamo delle piccole o grandi sciocchezze nella nostra vita, di cui poi ci vergogniamo; così cerchiamo di nasconderle, di cancellarne le prove. Ma non è giusto, non credi? Insomma, non può essere così semplice, dobbiamo pagare un prezzo, no? Forse ancora non hai capito, ma non ti preoccupare: guarda il video in allegato, ti ricorda qualcosa?»

Fin da subito, nell’incipit del romanzo, viene presentato quello che sarà il tema portante dell’intera narrazione, ricca di suspense e colpi di scena che terranno il lettore incollato alle pagine. La trama si sviluppa in modo veloce, ma quasi mai approssimativo, grazie a uno stile chiaro e incalzante, pregio di entrambi gli autori.

I protagonisti del romanzo vengono contattati via mail da una misteriosa società, che si nasconde dietro all’identità fittizia di Mr. Marvel, che raccoglie e conserva foto e video condivisi imprudentemente da ragazzi adolescenti sui Social Network. Dopo ben undici anni i ragazzi, diventati ormai degli adulti di successo, vengono contattati e ricattati: se non dovessero pagare una determinata cifra, Mr. Marvel diffonderà i loro video o le loro foto compromettenti. Inizia così una narrazione ricca di personaggi e colpi di scena, con un’analisi spietata dell’animo umano e delle terribili azioni che l’imprudenza, la stupidità e la cattiveria sono in grado di produrre.

I protagonisti del romanzo, così come i numerosi personaggi secondari, vengono descritti accuratamente fin dalle prime pagine, permettendo al lettore di intuire i loro punti deboli, proprio quelli che saranno sfruttati da Mr. Marvel, presenza invisibile ma onnipresente, filo conduttore della narrazione. Ed è proprio Mr. Marvel l’elemento più originale del romanzo, in particolare per la sua natura ambivalente, che crea un dilemma nel lettore: positivo o negativo? Salvatore o persecutore?
In opposizione, gran parte dei personaggi ricattati da questa misteriosa società vengono invece presentati come figure negative, che suscitano volutamente un senso di antipatia, di repulsione.

Il maggior punto di forza del romanzo è quello di affrontare un tema molto attuale e delicato, quello della privacy e, in particolare, della sua violazione a causa di un uso improprio dei Social Network, che possono diventare uno strumento pericoloso. Gli autori riescono a trattare questo argomento in maniera provocatoria, diretta – tanto da creare subito interesse nel lettore – ma allo stesso tempo con una volontà pedagogica che emerge dall’intera narrazione. Si intuisce che lo scopo non è soltanto quello di stupire ma, anzi, di portare un eventuale lettore alla riflessione, sensibilizzandolo sull’argomento e, probabilmente, suscitando una certa introspezione. Perché la verità è che quello che succede ai personaggi del romanzo potrebbe potenzialmente succedere a molti di noi, “persone normali”, con i nostri piccoli vizi, i nostri piccoli segreti, le nostre piccole trasgressioni. Vizi, segreti e trasgressioni che non appaiono più così piccoli quando veniamo messi di fronte alla verità, quando ci viene chiesto di assumerci la responsabilità delle nostre azioni. Ed è quello che fa questo testo: ci mostra le conseguenze, proprio quelle che mai avremmo immaginato, e ci ricorda che siamo sempre responsabili delle nostre azioni, dei nostri sbagli. Per questo ritengo sia un romanzo che possa interessare un vasto pubblico e, in particolare, un pubblico adolescente, a cui è rivolto maggiormente il messaggio.

Redazione

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