Oscar 2017: nella notte di Moonlight e della gaffe premiati due italiani per il make up

Una serata a dir poco surreale è andata in scena questa notte. Le premesse per una notte come questa, difatti, c’erano tutte, a cominciare dalle numerose polemiche insorte contro il neo-presidente Usa Donald Trump e il suo “muslim-ban”, che ha innescato una serie ripetuta di proteste da parte del mondo hollywoodiano. Ma non è questa la notizia di oggi. La vera notizia è che l’89esima cerimonia degli Oscar è stata un’edizione ricca di soprese, anche se sarà, ricordata probabilmente per un incredibile errore nel finale.

Cosa è successo? Poco dopo le sei del mattino, orario italiano, per celebrare i cinquant’anni di uno dei film più popolari della storia di Hollywood, Bonnie&Clyde (di Arthur Penn), salgono sul palco i protagonisti Warren Beatty e Faye Dunaway per annunciare il vincitore della categoria più importante, il Miglior Film. E qui succede l’irreparabile: uno scambio di buste porta l’attore ad annunciare la vittoria di La La Land, il musical di Damien Chazelle. Seguono applausi e lacrime con l’intero cast sul palco e i produttori che ringraziano con tanto di Oscar in mano. Ma all’improvviso ecco segnalato l’errore. Incredibile, ma il vincitore non è il film di Chazelle, ma Moonlight di Barry Jenkins, gridato al mondo con un vero e proprio colpo di scena.

Dopo questo breve siparietto, che resterà negli annali degli Oscar, veniamo al dunque. Il favoritissimo La La Land domina la piazza e si aggiudica 6 statuette su 14 nomination, mentre il Miglior film è Moonlight. Gli attori. Emma Stone vince come migliore attrice in La La Land e Casey Affleck, fratello minore di Ben, si aggiudica quella di migliore interpretazione maschile in Manchester by the Sea.

La miglior regia è andata a Damien Chazelle, 32 anni, il più giovane ad aver vinto l’Oscar in questa categoria, mentre il Miglior film straniero è andato invece a Il cliente del regista iraniano Asghar Farhadi, non presente alla serata per protesta contro la legge anti immigrazione di Trump.

L’Italia, invece, nonostante la delusione per Fuocoammare, può comunque ritenersi a suo modo soddisfatta, perché è riuscita ad assicurarsi l’ambita statuetta per l’hair&make up (Miglior trucco e acconciatura): a vincerla, assieme a Christopher Nelsonp per il film Suicide Squad, Alessandro Bertolazzi, piemontese e alla sua prima candidatura, e Giorgio Gregorini, nel cui curriculum compaiono film come Moulin Rouge, Gangs of New York, Troy e Babel.

Dedico questo Oscar a tutti gli immigrati, i sogni non hanno frontiere, noi facciamo film, facciamo sogni che non hanno limiti, nei set cinematografici ci sono persone che lavorano e queste persone provengono da tutto il mondo, ecco perché mi sono sentito in dovere di fare questa dedica“, ha dichiarato Bertolazzi dopo la premiazione.

Redazione

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