e l’arte degli origami

Art in Pills si occupa di raccontare quadri e anche libri, ma da oggi mi piacerebbe ospitare pure qualche giovane artista contemporaneo. La prima è Marica Fasoli.

Marica l’ho conosciuta all’ottava edizione del Premio Nocivelli, dedicato all’arte contemporanea. Di Marica mi ha colpito la sua capacità di utilizzare la pittura ad olio per dipingere le pieghe degli origami. Tecniche comunicative antiche, dove si fondono il colore a olio e l’arte del creare figure piegando la carta. Per saperna di più http://www.maricafasoli.com/biografia.

Marica Fasoli vincitrice della Coppa Luigi 2016, al Premio Nocivelli, dedicato all’arte contemporanea, esporrà la sua opera nella mostra Premio Nocivelli 2016: POETICHE A CONFRONTO. Inaugurazione giovedì 14 settembre, ore 18, a Palazzo Martinengo, in Via Musei, Brescia. Con la Fasoli ci saranno Marcello Carrà, Federica Cipriani, Audrey Coïaniz, Lorenzo Galuppo, Marco Manzoni, Alberta Pellacani, Giovanna Piccinini, Leonardo Rossi, Francesca Tassinari e Michela Zanini.

V: Benvenuta Marica, tu sei restauratrice, cosa ti ha spinto a diventare pittrice?

M:Sicuramente la necessità e l’urgenza non più procrastinabile di esprimere quello che avevo dentro, qualcosa di mio… L’attività di restauro è stata indubbiamente una bella “palestra” e comunque fonte di soddisfazioni mettere le mani (o i pennelli. ) su affreschi di scuola giottesca, del Tiziano, Del Bassano, di Palma il Vecchio, del Cignaroli ecc. è stato emozionante ma dopo anni di restauri, ritocchi pittorici, “rigatini”, mi stava sempre più stretto il fatto di “limitarmi” a lavorare su opere altrui, anche se di grandi, o addirittura grandissimi, del passato. Non è stato comunque un passaggio brusco, violento, ma graduale, in quanto ho sempre accompagnato l’attività di restauratrice a quella di pittrice poi, a un certo punto, ho detto basta col restauro, 10/12 anni fa, ed ho incominciato una nuova avventura, consapevole delle difficoltà che avrei affrontato, ma con l’entusiasmo necessario per provarci.

V: Quali sono stati i primi temi e tecniche che hai adottato per la tua arte figurativa?

M: Inizialmente i primi soggetti furono dei classici “still life”, nature morte…vista la mia naturale predisposizione verso l’iperrealismo mi sono subito cimentata con questi temi… questa fase è stata piuttosto breve, 1-2 anni. Ad ogni modo, fin dai primissimi lavori, avevo assecondato la mia passione verso i panneggi e verso la carta, piegata e stropicciata, elementi che poi ho rielaborato e definito come essenziali nello sviluppo successivo del mio lavoro, ossia i due filoni della “gente invisibile” e del “3dbox”, entrambi incentrati sul concetto di contenuto/contenitore. Ormai l’iperrealismo “tradizionale” (la natura morta) mi andava stretto e avevo maturato la necessità di staccarmi da questo per rendere maggiormente distintiva ed originale la mia ricerca, pur senza abbandonare l’aspetto iperfigurativo ma anzi esaltandolo alcuni lavori, come gli “stracci”, sono emblematici in tal senso…

V: Quando è scattato l’interesse per la riproduzione pittorica degli origami e delle loro pieghe?

M: Dopo 7-8 anni dedicati totalmente alla riproduzione iperrealistica di imballi, scatole di cartone, camicie indossate, ho avvertito la necessità di cambiare. Evidentemente non riesco a stare ferma, mi preme però evidenziare il filo rosso che lega tutta la mia produzione, fin dagli inizi, ossia il medium che ho sempre utilizzato, la carta, poi rielaborata e riprodotta pittoricamente (ci tengo perché’ vedo in giro, soprattutto oggi, alcuni artisti che sembrerebbero essersi innamorati improvvisamente della ‘carta’, e di quello che con questa puoi realizzare, dopo aver fatto prima tutt’altro…). Come sono nati gli origami? Ero in questa fase di cambiamento, parliamo di fine 2015, avvertivo la necessità di dare un’ulteriore sterzata alla mia ricerca, e per farlo dovevo assolutamente distaccarmi dall’iperrealismo precedente. Erano alcune settimane che realizzavo, quasi per gioco, origami di carta, l’elefante, il cane, il leone, anche per “giocare” con mio figlio, che all’epoca aveva 4 anni (li ho sempre fatti, fin da bambina nb) be’, a un certo punto, non ricordo se perché avevo finito i fogli, ma dispiegando l’origami del “fiore quadrato” (square flower) per incominciarne un altro, mi appare davanti un dedalo di forme geometriche di cui mi sono subito innamorata…Lì è scattata la scintilla, ho subito pensato a come poter rendere pittoricamente questa “visione” che mi affascinava moltissimo a febbraio 2016 ho esposto il mio primo lavoro ispirato agli origami, in una bellissima collettiva di giovani artisti alla casa del Mantegna a Mantova, e subito ho capito che il messaggio era “potente” anche agli occhi del pubblico…

V: Cosa ti affascina di questo soggetto?

M: Cosa mi affascina di questo soggetto?… Direi tutto. gli aspetti filosofici della cultura giapponese insiti nella pratica, multisecolare, degli origami (vita/morte, creazione/distruzione)… la possibilità, venendo all’aspetto espressivo, di fornire all’osservatore più chiavi di lettura del mio lavoro (astratto, geometrico, iperrealistico, concettuale, perfino figurativo…), senza essere confinati rigidamente in un filone…

V: Perché la scelta proprio della pittura ad olio?

M: Semplice…è da sempre il mio linguaggio espressivo, ed anche se fondamentalmente l’ho acquisito da autodidatta, lo ritengo quello con cui mi esprimo meglio…poi, il fatto che dall’anno scorso l’accademia «Cignaroli» di Verona mi abbia offerto la possibilità di insegnarvi «iperrealismo» è stata da una parte una enorme soddisfazione, ma dall’altra anche il riconoscimento, probabilmente, di avere qualcosa da poter trasmettere a chi vuole migliorarsi con questa tecnica….

V: Quali sono i tuoi progetti futuri?

M: Sviluppare ulteriormente il mio lavoro, anche ricorrendo a supporti per me inediti (sto lavorando negli ultimi mesi direttamente sulla carta, con ottimi risultati…), instaurare nuove collaborazioni, lavorare alla mia prossima personale ed alle collettive dei prossimi mesi (Brescia/Palazzo Martinengo; Torino/Paratissima/Mauto ‘Giovanni Agnelli’, ecc), partecipare a fiere d’arte (Montichiari e Verona con la galleria Colossi di Brescia).