La più antica biblioteca del mondo aperta al pubblico si trova in Italia

Un compleanno da record quello della Biblioteca Capitolare di Verona, festeggiato proprio ieri: quindici secoli di attività per la più antica biblioteca aperta al pubblico sin dalla sua fondazione, ai tempi del re degli Ostrogoti Teodorico il Grande. Sappiamo di biblioteche ancora precedenti – come ad esempio quelle di Ninive, di Alessandria, di Pergamo – ma nessuna di queste è rimasta fruibile per un arco di tempo così notevole.

La Capitolare di Verona non brilla solo per la sua antichità, ma anche e soprattutto per gli straordinari tesori bibliografici che conserva, dal valore difficilmente calcolabile, come le Istituzioni del giurista romano Gaio: si tratta della sola opera di giurisprudenza classica, di cui possediamo quest’unico esemplare, giunta in originale e non rimaneggiata da successive trascrizioni. La Biblioteca custodisce inoltre il celebre Indovinello Veronese – un rompicapo risalente all’VIII secolo e trascritto a margine di una pergamena da un anonimo – che molti riconoscono come il primo testo a testimoniare l’uso di una lingua romanza e potrebbe essere, con ogni probabilità, il primo documento in italiano volgare.

Tra coloro che si ritrovarono a studiare alla Capitolare di Verona spiccano nomi di personaggi storici ben conosciuti: Dante Alighieri frequentò la biblioteca nel periodo in cui si trovava in città su invito di Cangrande della Scala, mentre era alle prese con la stesura della sua Commedia; Francesco Petrarca scoprì proprio in questo luogo alcune orazioni di Cicerone che lo porteranno a coltivare l’interesse per il genere epistolare.

La storia della Biblioteca Capitolare di Verona è stata però costellata di eventi che avrebbero potuto decretarne la rovina: il terribile terremoto del 1117; la peste del 1630, che uccise quasi l’intera popolazione cittadina incluso il Prefetto della Biblioteca; l’alluvione del 1882, in cui moltissime pergamene furono ricoperte di fango rendendo necessario un complesso restauro; infine, il bombardamento del 4 gennaio 1945 da parte degli americani, che distrusse del tutto l’aula maggiore.