La biblioteca mozzafiato del Trinity College e la storia del Libro di Kells

Scendendo lungo la trafficatissima O’Connel Street ci si lascia alle spalle The Spire (una torre di acciaio che con i suoi 120 metri è considerata il più alto monumento al mondo) e si attraversa il fiume Liffey. Poi si calpestano per un attimo i ciottoli intrisi di Guinness con ribes nero di Temple Bar e si arriva all’entrata del Trinity College, la più antica e famosa università dell’Irlanda.

L’edificio è sicuramente uno dei maggiori punti di interesse della città poiché al suo interno si trova la più grande biblioteca irlandese, la maestosa Old Library. Dopo qualche minuto di fila e l’acquisto del biglietto, si sale una rampa di scale e ci si affaccia ad una delle sale più impressionanti al mondo, la Long Room. Costruita tra il 1712 e il 1732 la stanza è lunga 65 metri e ospita circa 200.000 volumi. La sala è inoltre impreziosita da una serie di busti che ritraggono filosofi e scrittori del passato e da un’arpa di legno di quercia e salice risalente al XV secolo.

Fra i volumi della famosa biblioteca c’è il celebre The Book of Kells (Il Libro di Kells), uno dei manoscritti miniati più preziosi al mondo. Per questo motivo l’opera è custodita in una teca di vetro nella penombra di una stanza del piano terra dove è severamente vietato scattare fotografie.

In gaelico Leabhar Cheanannais, il famoso manoscritto è stato realizzato da monaci irlandesi nel 800 D.C. e contiene la traduzione latina dei quattro Vangeli accompagnata da note introduttive ed esplicative, il tutto decorato con numerose illustrazioni e miniature riccamente colorate. Si ritiene che sia stato realizzato dai seguaci di San Columba nel monastero di Iona. Poi, a seguito delle incursioni vichinghe, fu spostato nel monastero di Kells (da cui deriva il suo nome), dove rimase per circa due secoli finché non fu rubato nel 1007. La sua copertina dorata fu strappata e i resti gettati in un fosso. A causa dell’acqua il libro subì alcuni danni alle prime e alle ultime pagine. Rimase nel monastero di Kells fino al 1541, quando la Chiesa Cattolica Romana lo prese in custodia. Nel 1661 fu riportato in Irlanda e donato definitivamente al Trinity College di Dublino.

Del manoscritto originale oggi ne rimangono 340 folia in vellum (pelle di vitello). La sua bellezza, la tecnica utilizzata e l’eccezionale qualità della scrittura, delle miniature, delle decorazioni e delle illustrazioni lo rendono una delle più importanti opere d’arte dell’epoca. Il capolavoro e il vanto dell’arte celtica.

Valentino Broccoli

Redazione

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