Investe un ragazzo e posta la foto su Facebook

«Ho appena ucciso un uomo». Sembra l’inizio di un film horror e invece no, è la realtà. Pare proprio che questa volta al genere umano sia sfuggita di mano la situazione. Si tratta di un post scritto da un ragazzo sui principali social: Facebook, Twitter e Instagram. Un triste scherzo? Niente affatto, perché ad accompagnare il post c’è la foto del cadavere disteso lungo la strada in una pozza di sangue. La macabra vicenda ha fatto velocemente il giro del web: si tratta del corpo di Trevius, 16 anni.

Era la sera del 18 ottobre. Nella cittadina di Jacksonville, in Florida, Trevius era andato a comprare il pane. Glielo aveva chiesto la mamma e, datogli i soldi, l’aveva salutato velocemente sicura di rivederlo pochi minuti dopo. Una volta tornato a casa avrebbe festeggiato il compleanno del fratello con tutta la famiglia. Purtroppo non ha fatto più ritorno dai propri genitori, perché lungo la strada è stato investito da un auto. Alla guida c’era un diciannovenne che, appunto, invece di prestargli immediatamente soccorso, ha pensato bene di scattargli una foto con lo smartphone e postarla sui principali social.

Non è tardato ad arrivare il commento della madre della vittima: «Già è difficile accettare che il mio bambino sia stato lasciato solo come un cane in una pozza di sangue. Se poi penso che questo ragazzo, oltre a uccidere mio figlio, ha scattato quelle immagini e le ha pubblicate online mi sento ancora peggio. Chi fa questo? Deve essere una specie di mostro. Nessuno merita un trattamento del genere.»

Ora il ragazzo è in carcere in attesa di essere processato e di capire se guidava sotto l’effetto di alcol o sostanze stupefacenti. Resta comunque l’allarme sociale sullo sconsiderato utilizzo delle nuove tecnologie e dei social network. È incredibile che in un momento di panico e di disperazione la prima cosa che venga in mente ad una persona sia quella di impugnare il cellulare per scattare una foto; e non è l’unico caso: basti pensare a chi si avvicina ai tornado per immortalarli, ai selfie sulle navi che affondano o chi si scatta una foto ricordo mentre uccide un animale. Evidentemente c’è qualcosa che non va. La nostra specie è arrivata ad un punto di non ritorno, tanto che ha bisogno di esprimere le proprie emozioni e esperienze a chiunque tramite il web. Il tutto sempre in modo incontrollato, senza un minimo di umanità.

Dovremmo premere per una volta il tasto RESET, non del cellulare, ma del nostro cervello.

Simone Giallonardo

Simone Giallonardo è nato nel 1993. Ha conseguito la maturità classica. Attualmente frequenta il corso di laurea magistrale in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi Roma Tre. Collabora con alcuni giornali locali. Attivo da sempre nel sociale, dal 2011 è Presidente del Consiglio Comunale dei Giovani di Capena (Rm).